Ucciso e fatto a pezzi a Sesto, il figlio ha massacrato il padre per quasi due giorni

Dalle telecamere la conferma che Gianluca Loprete ha agito solo. Il dirigente di banca colpito e sezionato con un coltello da cucina

Sesto San Giovanni (Milano), 29 giugno 2022 - Ha ucciso e smembrato il padre da solo Gianluca Loprete, il 19enne che la mattina del 12 giugno ha chiamato il 112 per confessare di aver "fatto una cazzata". Sono concluse le analisi sulle immagini del sistema di sicurezza del palazzo di via Saint Denis: nessuno è entrato nell’abitazione della famiglia, nessuno ha aiutato lo studente sestese a compiere il delitto e massacrare Antonio, dirigente di banca 57enne, usando soltanto un coltello da cucina. Su quel cadavere Gianluca ci avrebbe "lavorato" più di un giorno. Almeno potenzialmente da quanto si evince dalle immagini delle telecamere.

L’ultima volta in cui si vede Antonio camminare sulle sue gambe e poi rientrare in casa è giovedì 9 giugno, nel pomeriggio. Da quella data non appare più, almeno al fuori dall’appartamento che condivideva col figlio. Gianluca si vede sulle scale il giorno dopo: venerdì esce per andare a fare la spesa (si vede che rientra con le buste). Per tutto venerdì sera e per tutta la giornata di sabato nessuno dei due appare più nelle immagini della videosorveglianza interna. Un’analisi che dà un quadro temporale diverso rispetto a quello che era uscito dalle testimonianze che erano state raccolte dai carabinieri della Compagnia di Sesto, che stanno eseguendo le indagini: una vicina aveva raccontato di aver visto Antonio sabato verso mezzogiorno, accorciando così la finestra per l’omicidio e per il sezionamento del cadavere, tanto da far nascere la domanda di un eventuale complice.

Invece Gianluca potrebbe aver avuto quasi due giorni prima della telefonata al 112 ("Correte, ho ammazzato mio padre"). È ora in corso l’estrapolazione dei dati dal pc, trovato a casa, e dai due cellulari, quello del padre e quello dello studente. Il consulente, che è stato incaricato di esaminare tutti i dispositivi informatici, li ha riconsegnati insieme a una relazione ai militari che, a loro volta, scandaglieranno messaggi, chat e pagine visualizzate. Nell’ultimo periodo, secondo quanto riportato dalla madre del 19enne, Gianluca utilizzava il telefonino del padre perché sul suo aveva finito il traffico web. Dopo due settimane, i carabinieri sono finalmente riusciti ad acquisire anche la documentazione medica relativa ai a padre e figlio per delinearne il quadro psichico: accessi in pronto soccorso, visite, prime diagnosi e referti.

 

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