GIULIA BONEZZI; NICOLA PALMA
Cronaca

Ore 13, allarme al Niguarda: trovato razzo militare

L’oggetto senza innesco trovato in un locale di servizio della Radiologia. Indagine dell’Antiterrorismo: la pista dell’atto intimidatorio

Ospedale Niguarda e il lanciarazzi trovato in sala d'aspetto

di Giulia Bonezzi e Nicola Palma

Era lì, su una sedia, proprio perché qualcuno lo ritrovasse e ne segnalasse l’anomala presenza. Lì, alla portata degli operatori sanitari che utilizzano abitualmente quell’area, per far sì che venisse rinvenuto, probabilmente con l’obiettivo di generare panico tra persone che da mesi stanno fronteggiando un’emergenza senza precedenti. Il razzo illuminante, un residuato bellico di colore verde con le scritte "Ministero della Difesa" e "Costarmaereo" (la Direzione generale delle costruzioni, delle armi e degli armamenti aeronautici e spaziali creata nel 1965), non deflagrante perché privo di inneschi, è stato rinvenuto nel primo pomeriggio di ieri, poco dopo le 13, al piano -1 del Blocco Sud del Niguarda, in un locale di servizio attiguo a quello in cui i pazienti vengono sottoposti all’esame della Tac. Secondo quanto ricostruito finora, l’oggetto, "di tipo militare e inerte", è stato notato da un infermiere, che ne ha subito segnalato la presenza alla vigilanza privata del centro clinico; a loro volta, gli addetti alla sicurezza hanno allertato gli agenti in servizio al posto di polizia interno. In pochi minuti, sono arrivati gli artificieri per capire di cosa si trattasse e se potesse esplodere, rendendosi subito conto che quel razzo era inoffensivo. Di conseguenza, l’evacuazione, che in un primo momento sembrava dover riguardare l’intero Blocco, si è limitata alle sole persone che in quel momento si trovavano al piano -1. Alle 16.30, la situazione era tornata alla normalità, e il personale dell’ospedale ha ripreso la sua regolare attività "non appena le forze dell’ordine hanno concluso tutti i rilievi del caso", spiega in una nota l’Asst Grande ospedale metropolitanoì. Sul caso stanno indagando gli specialisti della Digos, coordinati dall’aggiunto Alberto Nobili, a capo del pool Antiterrorismo: nelle prossime ore, gli investigatori invieranno in Procura una prima informativa sull’accaduto, in vista dell’apertura di un fascicolo d’inchiesta per detenzione e porto di arma da guerra. Stando a quanto risulta, il razzo, analizzato anche dagli esperti della Scientifica, è composto di due pezzi e sarebbe stato attaccato con nastro adesivo alla sedia su cui è stato rinvenuto.

Non sono stati trovati biglietti o scritte né risultano al momento rivendicazioni, anche se l’ipotesi principale – al netto di una poco probabile dimenticanza (perché qualcuno dovrebbe andare in giro per un ospedale con un arnese del genere in tasca?) – è che chi ha lasciato quell’oggetto l’abbia fatto deliberatamente per creare tensione e paura. In ogni caso, quel padiglione del Niguarda è interamente sorvegliato da telecamere a circuito chiuso: i poliziotti passeranno al setaccio tutte le immagini registrate dalle prime ore del mattino al momento del ritrovamento; di sicuro, si sa che il razzo non era lì lunedì ed è comparso soltanto nella giornata di ieri. "Esprimiamo la nostra piena solidarietà e sostegno agli operatori dell’Asst Gom Niguarda, già fortemente provati dalla seconda ondata pandemica – si legge in un comunicato congiunto delle segreterie territoriali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl –. Chiediamo all’amministrazione di intensificare i controlli in entrata e uscita presso l’Asst Gom Niguarda e di mettere in campo una verifica costante di tutti gli spazi comuni, al fine di evitare il ripetersi di quanto accaduto". E ancora: "Esprimiamo forte preoccupazione sulle ricadute psicologiche per gli operatori derivanti dalla situazione in essere e rimaniamo disponibili per una piena collaborazione per la tutela e protezione di chi tutti i giorni con il suo prezioso lavoro garantisce la tenuta del sistema sanitario lombardo".

Sull’episodio è intervenuto anche il consigliere regionale Fabio Pizzul, capogruppo del Pd al Pirellone: "A pochi giorni dal murales vandalizzato, c’è un altro sconcertante segnale di risentimento nei confronti del mondo sanitario – spiega l’esponente dem –. Medici, infermieri e tutto il personale ospedaliero hanno la piena solidarietà del gruppo regionale del Partito Democratico. Gli eroi di marzo non sono meno eroi oggi, impegnati in prima fila contro il virus con professionalità e abnegazione, a prezzo di grandi sacrifici personali. La tensione sociale si sta pericolosamente alzando e deve essere impegno di tutti riportare alla ragionevolezza e isolare ed evitare ogni manifestazione di violenza. Non possiamo permetterci che medici e infermieri debbano sopportare anche il peso delle minacce e delle intimidazioni".