Operaio morto a 18 anni: impresario condannato

Andrea Masi perse la vita al primo giorno di contratto. Il giudice ha inflitto due anni e mezzo al titolare della ditta accusato di omicidio colposo

Andrea Masi

Andrea Masi

Due anni e mezzo di condanna al datore di lavoro, senza sospensione della pena. È il primo verdetto pronunciato dal giudice Anna Calabi per la tragica fine di Andrea Masi, 18enne operaio al primo giorno di contratto, che trovò una morte orribile due anni fa mentre lavorava su un impianto di fibre ottiche nel parcheggio sotterraneo di un centro commerciale al Portello.

Sul banco degli imputati Marco Costenaro, 53 anni, amministratore di fatto della NetWisp srl., che la Procura accusa di omicidio colposo per aver omesso "di prendere le misure necessarie per assicurare la sicurezza dei lavoratori", non essersi curato che "avessero ricevuto informazione, formazione e addestramento specifici e adeguati" a manovrare l’attrezzatura sulla quale operavano. La società NetWisp srl., azienda del Comasco specializzata nell’istallazione di fibre ottiche, è stata punita con una sanzione di 100mila euro. Amministratore e azienda sono stati condannati in solido al risarcimento dei danni subiti dai genitori e dal fratello del ragazzo, con la concessione di un immediato anticipo. "È una sentenza importante - commenta l’avvocato delle parti civili Francesco Mitrano - che ha accolto le richieste della pubblica accusa da noi condivise e che era attesa ed auspicata dalla famiglia di Andrea, che per le responsabilità di altri ha perso tragicamente la vita la notte di Halloween mentre svolgeva con impegno e dedizione il proprio lavoro anziché andare a divertirsi come i suoi coetanei". Quella sera maledetta Andrea stava lavorando su un elevatore guidato da un collega (che ieri ha patteggiato un anno e mezzo con pena sospesa) e batté violentemente la nuca contro un’architrave. Era seduto sul parapetto di una piattaforma elevatrice per lavorare a un quadro elettrico fissato al soffitto, avrebbe dovuto installare la fibra ottica. Per l’accusa, il collega alla guida dell’elevatore non era stato addestrato a farlo. Lui, come ricordò una sua prof in una lettera commovente, aveva appena finito le superiori. "Andrea che era entrato in classe bambino e che ne era uscito uomo con le spalle disegnate e il sorriso luminoso. Andrea col capo chino sugli esercizi, Andrea che aiutava tutti, Andrea che quando aveva preso 9 in verifica non ci credeva, Andrea che all’intervallo mi chiedeva se volevo il caffè, Andrea che quando mi si ruppe l’orologio di mio padre, quello che mettevo nei momenti difficili, quando avevo bisogno di conforto mi disse dia qua, prof che glielo aggiusto io, Andrea che rideva coi compagni, Andrea che io volevo continuasse a studiare e lui no “prof, io voglio lavorare”, Andrea che quel lavoro l’aveva trovato, Andrea che quel lavoro ce l’ha portato via. Andrea, Andrea Masi, il mio alunno che ce l’aveva fatta".Mario Consani

mail: mario.consani@ilgiorno.net

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