Ombrelli rossi e fiaccole accese: "Quanta sofferenza, cessate il fuoco e dialogate"

Migration

Ombrelli rossi aperti nel buio e mille fiaccole accese a costruire l’appello: "Pace subito". Anche a Bussero le fiamme e i colori di "Una luce per la pace", campagna per il cessate il fuoco promossa da Europe for Peace e altre associazioni a un anno dall’inizio della guerra in Ucraina. Manifestazione suggestiva in un Comune che è stato in questo anno, e tuttora resta, campione d’aiuto e solidarietà: la parrocchia busserese ospita ancora dieci orfani giunti in paese nelle settimane dopo l’invasione russa e alcune famiglie, sostenute fra mille difficoltà dai volontari della parrocchia. Le immagini raccontano la suggestione dell’evento che ha radunato in piazza, l’altra sera, molti cittadini. Prima di un lungo minuto di silenzio in ricordo delle vittime e nell’auspicio di una pace imminiente l’intervento del sindaco Massimo Vadori.

"È molto significativo ritrovarci qui questa sera. Ci troviamo qui in altre situazioni drammatiche, ricordo per esempio gli attentati di Parigi. Noi abbiamo ben chiaro quali siano i nostri valori. E stasera chiediamo la pace. Che le persone si siedano, dialoghino, trovino un modo. Abbiamo visto molto da vicino, con i nostri occhi, le conseguenze drammatiche del conflitto sulle persone". Era il 14 marzo quando la parrocchia di Bussero accoglieva dieci piccoli orfani giunti con altri 24 in pullman in Martesana dall’orfanatrofio ucraino di Zaporizhzhia. A ormai un anno di distanza i dieci piccoli sono ancora a Bussero con la loro educatrice Irina, "prima o poi dovranno tornare - così Anna Taveggia, pediatra del paese e volontaria - ma non è ancora possibile, i rischi in quella zona sono enormi". Fra gli orfani la piccola Veronika, oggi tre anni, che fu "recuperata" da due volontari busseresi (la stessa Taveggia e Antonio De Vincenzo) al confine ucraino qualche settimana dopo l’arrivo degli altri piccini in Italia, nel corso di una avventurosa "missione di salvataggio". La bambina non aveva potuto partire con gli altri in marzo perché malata, "non potevamo lasciarla laggiù". Oggi è ancora a Bussero con fratellini e compagni, "stanno crescendo qui, insieme a noi". Una missione d’aiuto sempre più difficile. Monica Autunno

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro