Olimpiadi invernali 2026, tris di impianti per Milano

Sala: puntiamo su Santa Giulia Palalido e una terza struttura. La gestione dei Giochi? Occorre un manager stile Expo

Sostegno alla candidatura olimpica di Milano

Sostegno alla candidatura olimpica di Milano

Milano, 6 ottobre 2018 - «La candidatura Milano-Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026? A Milano si lavorerà su tre impianti. Il nuovo Palasport a Santa Giulia, il Palalido e l’evento può essere l’occasione per mettere a posto anche un altro impianto. Ora vedremo quale. Quello degli impianti potrebbe essere un buon lascito per la città».

Il sindaco Giuseppe Sala, il giorno dopo il vertice a Venezia con Cortina d’Ampezzo e le Regioni Lombardia e Veneto, riparte da Milano e da quale potrebbe essere l’eredità per il capoluogo lombardo in caso di assegnazione dei Giochi a Milano-Cortina. Un impianto nuovo (Santa Giulia: 18mila posti), uno quasi ristrutturato (il Palalido: 5.500 posti) e un terzo: il Comune punta su una struttura milanese, ma c’è anche l’ipotesi di ristrutturare il Forum di Assago. «Un’altra eredità importante sarebbe il Villaggio olimpico – aggiunge Sala –. Secondo alcune analisi, infatti, a Milano a breve mancheranno case, soprattutto alloggi a prezzi bassi, e la cosa mi preoccupa e mi sta a cuore. Villaggio olimpico nell’ex scalo Romana? Ad oggi sì, ho già cercato l’amministratore delegato di Ferrovie, ci vedremo presto perché è importante che anche loro siano della partita». Sala, subito dopo, ricorda che l’investimento complessivo per gli impianti – l’Italia deve garantire 370 milioni di euro – «è molto più limitato rispetto ai precedenti Giochi. Il Cio invita le città a non spendere troppo». Resta il nodo dei fondi statali. Per ora il Governo non intende sborsare un euro. «La partita va presa con pazienza – osserva il sindaco –. Su questo fronte da qui alla sessione del Cio dell’8-9 ottobre non succederà nulla». Sul nodo fondi, il governatore Attilio Fontana afferma: «È interesse del Governo fare in modo che le Olimpiadi siano un evento nazionale e non della Lombardia e del Veneto».

La corsa, comunque, è appena iniziata. Dopo aver letto le parole del vicepresidente del Cio Samaranch jr sulla candidatura lombardo-veneta, Sala si dice «abbastanza certo che Milano-Cortina sia inserita nella short list delle candidate per il 2026». Corsa a tre con Stoccolma e Calgary oppure, dopo lo stop di Erzurum, qualche altra candidata potrebbe lasciare la corsa? «C’è la possibilità che facciano una doppia assegnazione come è stato fatto per le Olimpiadi estive (Parigi 2024 e Los Angeles 2028, ndr). Non voglio dire che è probabile, ma è una via possibile. Per noi non andrebbe male». Un altro nodo da sciogliere riguarda la governance: «Se ci assegnassero le Olimpiadi, la prima criticità da affrontare sarebbe trovare la formula societaria adatta per gestire l’evento. Una Spa come è accaduto per l’Expo è la peggiore soluzione possibile. Meglio un ente di scopo o di missione o una fondazione. Poi bisogna decidere se trovare una persona che abbia poteri per sveltire le cose». Serve un manager tipo Sala per le Olimpiadi? «Io penso di sì – rispondere il sindaco con un passato da commissionario di Expo Spa –. serve qualcuno che abbia la volontà di volersi impegnare per cinque o sei anni sulla realizzazione dei Giochi». Sala, infine, propone il Modello Expo sul tema della sicurezza: «Ho proposto ai partner che due prefetti, uno di Milano e l’altro di una città veneta, coordinino un tavolo ad hoc».

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