La protesta degli studenti: "Vogliamo un modello diverso di scuola"

Il Pareto è il quattordicesimo istituto occupato. Al Caterina da Siena la preside mette le mani avanti e scrive una lettera

Occupazione a scuola

Occupazione a scuola

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Milano - Non si ferma la staffetta delle occupazioni. È il Pareto la quattordicesima scuola a passare nelle mani degli studenti. E al Caterina da Siena la preside mette le mani avanti, tramite una lettera inviata ai genitori e agli studenti, in cui elenca le cose fatte dalla scuola, per non essere la quindicesima.

Il blitz la mattina e il voto in assemblea favorevole. Dopo i picchetti della scorsa settimana gli studenti del Pareto hanno deciso di impadronirsi della scuola. "Vogliamo un modello di scuola diverso – ha spiegato Giorgia Cocuzza studentessa del liceo delle scienze umane -. L’edilizia scolastica così non va: al Pareto abbiamo vari problemi strutturali; la didattica e la valutazione ci distruggono al posto di educarci ad avere un pensiero critico e in questa alternanza scuola lavoro, non sicura e senza garanzie, veniamo considerati esclusivamente come forza lavoro non retribuita". In questi giorni di occupazione i ragazzi parteciperanno a corsi di primo soccorso, autodifesa, ecologia, femminismo e altri dibattiti di attualità.

L’iniziativa era partita una settimana fa "quando abbiamo fatto i primi picchetti e dopo aver parlato tra noi e con il preside che è sempre stato molto disponibile nel proporci una cogestione o perlomeno di non interrompere le lezioni, abbiamo deciso di occupare. Vogliamo lanciare un messaggio diverso – ha continuato Cocuzza -. Noi studenti vogliamo prenderci la scuola. Nel nostro modello di scuola anche il come le lezioni vengono fatte non va bene, sarebbe un controsenso non bloccarle". Nell’occupazione resta l’incognita sicurezza nel passare la notte all’interno dell’istituto: "Essendo una scuola in periferia, precisamente in Comasina – ha sottolineato la studentessa -, il nostro custode ci ha detto che durante la notte passano bande e stiamo ancora valutando come e in quanti fermarci".

Se all’ingresso del Pareto i ragazzi hanno appeso uno striscione in cui si legge "Niente scuse, abbiamo bisogno di una rivoluzione", al Caterina da Siena la preside Anna Patrizia Nava, forse, ha sventato l’occupazione attraverso una lettera, inviata l’altro ieri, in cui preannunciava l’intenzione di alcuni studenti di bloccare le lezioni ed elencando tutte le attività che la scuola ha realizzato per loro. "In questo anno scolastico tutto il personale, dai docenti ai collaboratori scolastici agli assistenti amministrativi e tecnici, si è adoperato per perfezionare alcune importanti iniziative e per creare nuove figure di supporto formativo nel rispetto delle aspettative delle famiglie e degli studenti – si è rivolta a genitori e studenti -. Credo fermamente nella negoziazione e nella possibilità di un accordo che porti ad una soluzione vincente per tutte le parti, ma è altrettanto evidente che la negoziazione presuppone un saper stare al "tavolo" senza azioni di sabotaggio".

Rispetto a queste ultime la preside si è riferita a due incendi appiccati nei bagni e un allagamento, mentre per le iniziative portate avanti si legge tra le altre cose: "Lo sportello Ti ascolto, potenziato con sei professionisti terapeuti e psicologi, i quali operano con dialoghi individuali e interventi su intere classi; il referente per il bullismo e il cyberbullismo; gli sportelli pomeridiani e corsi di recupero delle insufficienze in varie materie anche laboratoriali ed i corsi di fotografia e di canto".

 

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