L’occupazione? Frutto di trattative. Nono blitz-lampo: tocca al Berchet / VIDEO

Si cerca l’alleanza dei presidi: "Stiamo protestando anche per voi". Manifestazione anche al liceo scientifico paritario Steiner

Il blitz al liceo classico Berchet

Il blitz al liceo classico Berchet

Milano, 21 gennaio 2021 - Questo articolo è contenuto nella newsletter "Buongiorno Milano".  Ogni giorno alle 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e il commento di un ospite. Per ricevere via mail la newsletter clicca su  www.ilgiorno.it/buongiornomilano   Nove scuole “occupate” in una settimana. "E ci sarà la decima", promettono i collettivi, dandosi appuntamento questa mattina davanti a un altro liceo milanese, dopo l’occupazione-lampo di ieri al classico Berchet. "Non volevamo che dopo le mobilitazioni dei giorni scorsi calasse l’attenzione – spiega Fabrizia Cao, rappresentante d’istituto e studentessa di quarta –, così abbiamo voluto fare la nostra parte per chiedere non il “contentino” del rientro, ma un piano chiaro e a lungo termine, che tuteli la scuola e ogni sua componente, con protocolli di sicurezza sanitari e un potenziamento reale dei trasporti".

Il blitz alle 8.15 di mattina, in via della Commenda. Ma subito i liceali sono andati a parlare con il preside Domenico Guglielmo e la vicepreside. L’occupazione in tempi di pandemia – oltre ad avere un protocollo e regole tutte sue (con numero chiuso, tamponi e distanziamento) – si "negozia" anche con la dirigenza. Lo si è visto anche al Manzoni – nonostante la chiamata alla Digos – con la concessione delle aule per la notte “last minute”, lo si è visto al classico Parini, dove al termine di ore e ore di trattativa è rimasto a dormire nella scuola pure il preside. E gli studenti non lo nascondano, anzi, chiedono il confronto e cercano nuove alleanze rispetto agli anni passati. "Perché anche i presidi sono vittime di questa situazione – ricorda Fabrizia –, stiamo protestando anche per loro: non può essere “scaricata” su di loro la gestione della scuola in piena pandemia. Il referente Covid deve essere un medico e non deve essere preso dal personale scolastico, che giustamente non ha quelle competenze specifiche".

Accordo trovato: fuori diluvia, viene concessa la palestra. A patto però che l’occupazione – che al Berchet non si vedeva da un decennio – finisca alla chiusura della scuola, quando il presidio si sposta all’esterno, dove sventola lo striscione “L’école est à nous!“. "È stata un’occasione – ricordano gli occupanti – anche per condividere quanto emerso con professori e genitori". Genitori: ecco un’altra componente immancabile nella staffetta di mobilitazione di questi giorni. Sono ai cancelli, li incoraggiano, portano tè caldo dopo le notti passate all’addiaccio, curano pure i rapporti con la stampa. E in mezzo agli studenti ci sono anche alcuni docenti. C’è chi ha dormito con loro nella scuola occupata - come al Severi Correnti - e c’è chi fa lezione con loro all’aperto, a distanza sì e munito di pc, ma a portata di sguardo. Succede al liceo scientifico privato Steiner, zona Lambrate. Che dopo l’occupazione-lampo di venerdì (in quindici si erano seduti in aula come se nulla fosse per seguire le lezioni) tutti i giorni si piazzano fuori dalla scuola. E non c’è pioggia che tenga. Ieri hanno persino montato un tendone per ripararsi, da dove ha fatto lezione anche la prof di italiano. Il pessimismo di Machiavelli: il tema, con "una visione disillusa dell’umanità, anche se per la fine dell’anno speriamo di “arrivare“ all’illuminismo", sorride Carla Perazzi. "I nostri studenti stanno dimostrando costanza – ricorda –. Venendo qui fuori dicono di essere molto motivati, hanno ripreso con interesse a seguire le lezioni. E a scivolare via dallo schermo siamo noi quanto loro, e siamo insieme. Anche i genitori sono solidali con la protesta dei ragazzi". I docenti sono anche i promotori della “Giornata di orgoglio della scuola pubblica” proclamata per quest’oggi e lanciata dall’istituto Cremona-Zappa.

«Sembrano strani questi accordi nelle mobilitazioni studentesche di questi giorni – commenta il preside del liceo scientifico Volta, Domenico Squillace –. Altra generazione, altro mondo. I miei non hanno occupato per la notte perché non ho dato il permesso. Ma solitamente le occupazioni si facevano proprio per fare incavolare il preside. Battute a parte, ci sentono solidali e lo siamo, ma occupando devono assumersi loro la responsabilità". Anche al Tito Livio l’occupazione si era trasformata poi in sit-in. "Colgo questa richiesta di confronto – conferma il preside Giorgio Galanti –. In genere l’adolescente non vuole stringere alleanza con nessuno, ma credo che abbiano capito e “girato” il senso del “nemico”. Che non è più tuo papà, tua mamma, il tuo prof e neppure il preside. Si sente il peso di un sistema che vuole trascinarti verso il basso e se in questa situazione l’alleato può essere il tuo preside... ben venga".

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