Non è una Regione per dottori Medici di base, Rsa e tecnici Il camice non garantisce il seggio

A tre anni dal Covid largo ai sindaci. Da sinistra a destra, non ce la fanno Usuelli, Corti (Fimmg) e Degani (Uneba)

Queste regionali col record storico d’astensione, celebrate a qualche giorno dal terzo anniversario della pandemia che aveva pompato ancor più in cima all’agenda la sanità che già vale quasi l’80% del bilancio regionale, non sono state le "elezioni sanitarie" che chiedeva Michele Usuelli, medico e radicale, consigliere uscente di +Europa e primo dei non eletti nella lista civica di Majorino, nonostante le 2.534 preferenze ottenute a Milano, il quadruplo delle 644 con cui entrò al Pirellone nel 2018. Nella stessa lista non è passato neppure il virologo Fabrizio Pregliasco, 2.005 preferenze; la più votata, con 3.960, è stata Michela Palestra, sindaca di Arese. E il recordman assoluto in Lombardia, 35.761 preferenze col Pd a Brescia, è il sindaco della Leonessa, Emilio Del Bono. Invece le figure “sanitarie”, per competenze o trascorsi, non sono state premiate neppure nello schieramento stravincente del centrodestra. Nella lista Fontana (al 6,2% regionale contro l’1,5% di cinque anni fa) a Milano non sono passati né Fiorenzo Corti, sindacalista della Fimmg che rappresenta i medici di base, né Luca Degani, già presidente di Uneba Lombardia che rappresenta le Rsa, rispettivamente 478 e 417 preferenze. È rimasto fuori anche Giulio Gallera, assessore al Welfare durante la pandemia: primo dei non eletti nella lista di Forza Italia (che a Milano stavolta ha eletto un consigliere solo) con 5.670 preferenze. E pure Letizia Moratti, che lo sostituì, non ha raggiunto il 10% conquistato dal solo Terzo polo alle politiche 5 mesi fa.

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