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Nelle città fabbriche di illegali: "Migliaia di persone da salvare"
"Quando abbiamo deciso di intraprendere il monitoraggio del decreto flussi, avevamo la percezione che fosse un meccanismo ormai anacronistico e non funzionante. Quando abbiamo esaminato i dati nel dettaglio, però, città per città, ci siamo accorti che il quadro è allarmante, peggio di ogni previsione". Così Fabrizio Coresi, esperto di immigrazione per Action Aid, tra i curatori del rapporto di Ero Straniero “I veri numeri del decreto Flussi, un sistema che continua a creare irregolarità“, spiega le criticità del sistema dei flussi e dei click-day.
Alla luce dei dati raccolti e pubblicati in questi anni dalla campagna sarebbe, infatti, fuorviante imputare i problemi solo alla criminalità organizzata. A monte c’è un sistema che non risponde alle esigenze delle imprese e porta all’irregolarità, per una serie di concause, tra cui il mancato utilizzo del permesso per attesa occupazione a chi è rimasto nel limbo, la possibilità di far lavorare con il solo nulla osta (questo disincentiva i datori di lavoro dal finalizzare la procedura), ma anche l’esiguo numero degli organici delle prefetture e delle pubbliche amministrazioni coinvolte, soprattutto dove i numeri sono particolarmente alti. "La prima misura da prendere, la più urgente, è salvare dall’irregolarità le decine di migliaia di persone che sono arrivate in Italia col decreto flussi – spiegano da “Ero Straniero“ – sperando di poter lavorare legalmente nel nostro Paese, ma poi non sono sono state assunte dai propri datori di lavoro, veri o fasulli, e sono rimaste senza documenti e senza prospettive. In tutti quei casi in cui la procedura di assunzione non va a buon fine per motivi che non dipendono da lavoratrici e lavoratori, va rilasciato un permesso di soggiorno per attesa occupazione, che consenta loro di trovare un nuovo lavoro e avere il permesso di soggiorno. Più a lungo termine, invece, è proprio il sistema della Bossi-Fini che va superato, come da tempo chiediamo". F.P.