Nei Cas restano ancora 195 minorenni

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Sono 873 gli ucraini, principalmente donne con figli, ancora ospitati nei Centri di accoglienza straordinari nella Città metropolitana di Milano. Si tratta, secondo i dati della Prefettura, di 37 uomini soli,117 donne sole e 719 componenti di nuclei familiari tra cui 195 minori in età scolare. Da quando è scoppiata la guerra sono stati accolti nei Cas, in tutto, 2395 cittadini ucraini. Nell’arco di un anno sono stati concessi a Milano 7631 permessi di soggiorno per protezione temporanea, su un totale di 8053 richieste pervenute alla Questura. Dati che sono la punta dell’iceberg, perché riguardano solo gli ucraini monitorati dalle forze dell’ordine e delle autorità.

Fotografano il ruolo di Milano come porta d’accesso per l’Italia per chi fugge dalla guerra, al centro anche del libro di Filippo Poletti, top voice di Linkedin Italia, “Ucraina: grammatica dell’inferno“. Presenta le conseguenze che la guerra ha avuto sulla vita delle persone: più di 10 milioni, pari al numero degli abitanti della Lombardia, sono fuggite di casa, di cui 4,8 milioni registrate per la protezione temporanea in Europa e 5,4 milioni sfollate. Oltre 17 milioni hanno avuto bisogno di assistenza. A firmare le due prefazioni sono il presidente della Fondazione Progetto Arca, Alberto Sinigallia, e il presidente della Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali: insieme hanno unito le forze per realizzare l’hub di via Sammartini. Alla cronaca si alternano 51 racconti di donne accolte a Milano. "Chiudo gli occhi e penso alla mia famiglia, ai miei figli e poi ai miei genitori. Il 24 febbraio 2022 è stato l’inizio della fine", racconta Caterina, una delle profughe. Insieme a lei c’è Aliona: "Ogni volta che “inciampo” in un telegiornale è come tornare al 24 febbraio 2022, quando la casa iniziò a tremare e una bomba cadde a poche vie da noi. Quel giorno è iniziato l’inferno".

A.G.

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