Il museo del cinema trova casa: "Abbiamo fatto tutto da soli"

Dopo rogo e chiusura in via Gluck, trasloco in via Zuretti

I due gestori del museo Giampietro Lessio e Laura Susan Bozzetti

I due gestori del museo Giampietro Lessio e Laura Susan Bozzetti

Milano, 27 novembre 2017 - Il fermo immagine - Museo del Manifesto cinematografico - torna a far sognare il quartiere Greco e tutta la zona tra stazione Centrale e Naviglio Martesana. «Avevamo promesso che saremmo rimasti nel quartiere e così è». Lo dice con orgoglio Giampietro Lessio, fondatore e presidente di questo tempio che racchiude oltre 150mila manifesti, locandine e fotobuste.

Un patrimonio rimasto in letargo per mesi e che finalmente ha trovato una nuova casa in via Zuretti 45. Inaugurazione ufficiale l’1 dicembre alle 17 con la mostra dedicata a Ugo Tognazzi. Per ora la porta d’ingresso si spalanca su due sale di 150 metri quadri, «il punto di partenza per rinascere» assicura Lessio mentre mostra tavoli, sedie, schermi, oggetti storici come “pizze” ultracentenarie e i primi 60 manifesti appesi (da Peter Pan a Il Gattopardo, da Ben-Hur a Taxi driver) svelando già il progetto futuro: «Prenderemo in gestione anche la porzione di fabbricato confinante di circa 600 metri quadri. Diventerà il nostro museo vero e proprio, mentre nelle due sale che già occupiamo daremo vita al bar e all’angolo shopping. Contiamo di farcela entro qualche mese». E parla al plurale perché accanto a lui c’è Laura Susan Bozzetti, vicepresidente. «Crediamo in questo progetto – dice lei – e ce la stiamo mettendo tutta. Prima abbiamo cercato una seconda casa per il museo, poi l’abbiamo trovata con le nostre forze, senza nessun aiuto pubblico».

Ggli spazi presi in affitto fanno parte del complesso che ancora oggi è il regno della storica ditta “Passerini imballaggi”. Ora scatoloni e sacchetti hanno come vicini di casa i manifesti del cinema. Così è arrivato il lieto fine che coincide con l’inizio della seconda vita del museo: nato nel 2013 in via Gluck, a febbraio era stato costretto a chiudere i battenti perché la proprietà della palazzina aveva promosso un altro progetto. Il 5 marzo in quella palazzina era divampato un incendio «ma per fortuna il nostro patrimonio era al sicuro altrove». Nel frattempo il quartiere si era già mobilitato con petizioni, raccolte firme e appelli alle istituzioni per trovare una nuova casa. Tra le ipotesi, il trasloco nei locali comunali di via Sammartini, sopra Milano Ristorazione. «Alla fine siamo riusciti a cavarcela da soli», ripete con orgoglio Bozzetti. E il quartiere ringrazia. «Il museo è una realtà straordinaria, siamo pieni di gioia», commenta Irma Surico, presidente dell’associazione 4Tunnel. Il 16 dicembre sarà una giornata dedicata ai bambini col Museo incantato. E dal 18 gennaio il tema sarà l’horror. «È solo l’inizio della nostra nuova storia».

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