Luoghi di culto, l'allarme del centrodestra: "In lizza sodalizi oscuri"

Nel mirino l'Al Waaf Al Islami e i turchi di Milligorus

Matteo Forte, Milano Popolare

Matteo Forte, Milano Popolare

Milano, 4 novembre 2016 - Puntuale si solleva la polemica. Matteo Forte, capogruppo di Milano Popolare in Consiglio comunale, e Riccardo De Corato, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, mettono in guardia la Giunta di Palazzo Marino sugli esiti e sul proseguo dell’iter per dotare la città di nuovi luoghi di culto ed in particolare di moschee regolari e riconosciute. Pungente il commento dell’assessore regionale all’Urbanistica, Viviana Beccalossi. "L'impressione è che l’islamismo politico stia serrando i ranghi in vista di un progetto nazionale generale – commenta Forte –. Colpisce che della sterminata galassia di associazioni musulmane già iscritte nell’albo comunale solo sei abbiano manifestato interesse, tre delle quali riconducibili all’area del Caim e dell’Ucoii. Non manca la turca Milli Gorus, nella black list del governo tedesco. Ma soprattutto è presente “Al-waqf Al-Islami”, una realtà che, sfruttando il nome di un istituto diffuso nei Paesi islamici che ha lo scopo di gestire beni e opere religiose, raccoglie fondi e soldi delle comunità sparse sul territorio per poi intestare tutto ad “una semplice associazione che fa riferimento ai Fratelli Musulmani siriani”.

Questo – prosegue Forte – è il motivo per cui, per esempio, l’ambrogino d’oro Mohamed Asfa ha adito le vie legali contro Waqf. Di più: Ali Schuelz, ex membro dell’Ucoii ma attualmente membro fondatore dell’associazione culturale Ibn Khaldun di Milano, spiega quanto in realtà Al-waqf sia la lunga mano dell’Ucoii che in questo modo cerca di guadagnare strutture e centri di preghiera per avere un peso politico maggiore di rappresentanza e giungere ad un’eventuale intesa con lo Stato". "Se questo è l’esito della sospensione del vecchio bando – conclude il capogruppo di Milano Popolare –, la pezza della Giunta Sala è peggio del buco". Per De Corato "non basta che il Comune si adegui alle leggi regionali» ma «deve anche aspettare una legge nazionale per non dare il fianco a situazioni poco chiare e a rischio". Quindi ecco l’assessore regionale: "Finalmente il Comune di Milano conferma che l’unica strada per realizzare nuovi luoghi di culto in città è quella di seguire la via della legalità, cioè l’iter indicato dalla Legge regionale che prevede una variante generale al Piano di governo del territorio che contenga il Piano delle attrezzature religiose – dettaglia la Beccalossi –. Una procedura che richiederà, nella migliore delle ipotesi, un anno e mezzo di lavoro. Mi piacerebbe – conclude l’assessore regionale – che il sindaco Giuseppe Sala sposasse la strada della trasparenza e del rigore non solo per le future costruzioni, ma anche quando si tratta di condividere informazioni su moschee irregolari o nascoste dietro sigle di centri culturali. Lo hanno fatto molti sindaci lombardi rispondendo alla richiesta di Regione Lombardia ma non Milano. Rinnovo l’appello al primo cittadino affinché collabori al contrasto dell’illegalità".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro