Morti Covid al Pat, no all’archiviazione

Il gip Alessandra Cecchelli non accoglie la richiesta della Procura e dispone una perizia sulla strage dei nonni

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"Negligenze e morti spropositte". Non vanno in archivio i decessi per Covid al Pio Albergo Trivulzio. Il gip Alessandra Cecchelli ha respinto la richiesta di chiudere il caso avanzata dalla Procura e ha disposto altri sei mesi di indagini da impegnare, in particolare, con una perizia sulla strage dei nonni, i più di 400 morti a causa del virus nella più grande casa di riposo dei milanesi, per tutti la “Baggina“.

La Procura, chiedendo l’archiviazione, aveva sì detto che al Trivulzio c’era stata una "sottovalutazione iniziale del rischio" dei contagi e una "carenza oggettiva" di interventi "per evitare il diffondersi dell’epidemia". E che era accertato il fatto che la direzione si oppose "nei primi giorni di marzo" del 2020 "all’utilizzo di mascherine". Allo stesso tempo, secondo i pm, in quel periodo i criteri di "tracciamento e contenimento" del virus, che era sconosciuto, non erano stati ancora nemmeno "adeguatamente introdotti, sviluppati e articolati dalle disposizioni delle autorità sanitarie nazionali e regionali" e c’era "una drammatica insufficienza" di "dpi e tamponi". E proprio in un quadro del genere mancavano le prove di un "nesso causale" fra le condotte dei dirigenti e le morti.

Del tutto diversa la lettura del giudice,che parla, tra l’altro, di "formazione" dei dipendenti "carente" e di una "governance" sulle visite dei parenti non in linea "con le disposizioni" quando "il fenomeno pandemico e le più elementari misure da adottare" in termini di distanziamento e gestione "dei contagi erano già ampiamente note" e cita anche la rimozione di un cartello utile allo scopo. E a "maggior ragione dovevano essere applicate a tutela dei soggetti deboli ospitati". Una nuova "perizia più articolata", dunque, rispetto alla maxi consulenza dei pm, dovrà tenere conto "dell’intero arco temporale", senza fermare "le valutazioni a metà aprile 2020", ma arrivando anche a maggio e giugno. E dovrà stabilire pure "il numero effettivo delle infezioni e dei decessi". E solo a quel punto, conclude il gip, si potrà valutare il "nesso causale" tra le condotte e le morti.

"Da oggi possiamo dire che a Milano esiste un giudice come a Berlino" spiega in una nota l’Associazione Felicita, presieduta da Alessandro Azzoni, che rappresenta i familiari degli anziani morti. "La perizia onsentirà di escludere qualsiasi zona d’ombra su una vicenda che ha avuto, come è noto, un enorme risalto mediatico. Confermo la piena disponibilità e la volontà di fugare ogni equivoco" commenta l’avvocato Vinicio Nardo, legale del dg del Pat Giuseppe Calicchio.

M.Cons.

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