
Gaia Romani, 25 anni, assessore a Servizi civici, Partecipazione e Decentramento
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Intanto ho fatto parte della direzione nazionale del Pd e dal 2018 alle Comunali sono stata coordinatrice delle donne democratiche per l’area metropolitana. Al di là della politica, ad aprile mi sono laureata in Giurisprudenza in Diritto sindacale e ho iniziato un praticantato da consulente del lavoro che ora, con la nomina ad assessora, ho interrotto. Farò l’assessora a tempo pieno". Si considera una politica di professione? "È fondamentale avere esperienza politica e restare in contatto con il territorio per fare questo lavoro. Mi è molto utile essere stata consigliera municipale ora che ho anche la delega ai Municipi. In ogni caso, ben vengano in politica persone dal mondo dell’associazionismo e delle professioni". Quando il sindaco Giuseppe Sala le ha comunicato che sarebbe stata assessora, qual è la prima cosa che ha pensato? Più gioia o più timore? "Ho sentito una grande responsabilità, un mix dei due sentimenti da lei citati. Una responsabilità anche collettiva: mi riferisco al percorso che ho fatto insieme a tanti ragazzi e ragazze". Il suo programma elettorale si chiama “Generazione Milano’’ ed è stato scritto con altri giovani. Qual è l’obiettivo primario del programma che vorrebbe che il Comune realizzasse nei prossimi cinque anni? "Un tema che mi sta a cuore è riuscire a instaurare un rapporto istituzionale vero tra il Comune e le rappresentanze studentesche. Darò un contributo su questo fronte con la mia delega alla Partecipazione. Quel rapporto potrebbe essere utile per affrontare altri temi come il costo degli affitti e della vita, gli orari delle biblioteche e gli spazi di aggregazione a Milano". Lei ha la delega ai Municipi. Ha già incontrato i nove presidenti dei “parlamentini’’? "Per ora li ho incontrati tutti singolarmente. Sono emerse due visioni. C’è chi dice che il Comune debba occuparsi delle scelte strategiche generali e i Municipi della gestione quotidiana dei problemi, ad esempio per le manutenzioni stradali e scolastiche. C’è chi invece sostiene che il Comune debba gestire direttamente la risoluzione dei problemi e i Municipi debbano avere delle funzioni specifiche. Giovedì incontrerò tutti i presidenti e ne discuteremo insieme". Uno dei nodi è se il Comune debba affidare più fondi ai Municipi, come accennato da Sala dopo la sua rielezione? "Sì, ma il nodo non riguarda solo le risorse. Ci stiamo chiedendo se, volendo il Comune dare più fondi al decentramento, i Municipi sarebbero in grado, con il personale e l’organizzazione attuali, di gestire quelle risorse aggiuntive. Mi riferisco, ad esempio, al complesso iter per le gare d’appalto". Vi siete già dati una risposta? "No, non siamo ancora arrivati a una conclusione. Vogliamo procedere con gradualità. Non è escluso che ci possa essere un mix tra i due modelli che ho sopra descritto. I presidenti chiedono che se un Municipio approva una delibera o fornisce un parere debba avere un riscontro certo e in tempi ragionevoli dall’amministrazione centrale. I temi più citati? Viabilità, edilizia scolastica, verde e urbanistica. I Municipi, inoltre, vogliono essere maggiormente coinvolti nelle scelte strategiche per la città, in primis sul Piano Quartieri, una delega dell’assessore Pierfrancesco Maran. Su questo aspetto, saranno convocate più spesso la Conferenza dei presidenti di Municipio e l’Osservatorio dei Municipi". Parlando di periferie, da candidata e ora da assessore, come giudica la situazione? C’è ancora molto da fare? "In campagna elettorale ho girato tanti quartieri, dalla Comasina al Corvetto. È ingiusto dire che le periferie siano state dimenticate dal Comune. Molto è stato fatto. Ma c’è ancora tantissimo da fare". Con i nove Municipi tutti governati dal centrosinistra, a differenza degli ultimi cinque anni, sarà più facile raggiungere gli obiettivi? "Da un certo punto di vista, sì, sarà più semplice, in particolare su progetti specifici o di visione. Ma non va escluso che un presidente di Municipio possa avere un parere diverso da un altro presidente, anche se fanno parte dello stesso schieramento politico. La sfida del decentramento è molto complessa". Lei ha anche la delega ai Servizi civici. Quali sono i suoi obiettivi di mandato? "Vogliamo dimezzare i tempi per ottenere la carta d’identità elettronica. Attualmente si può prenotare il rinnovo della carta d’identità a 180 giorni, cioè a sei mesi dalla scadenza della stessa e l’appuntamento viene dato dopo due mesi. L’obiettivo è dare l’appuntamento dopo un mese e dunque dimezzare i tempi d’attesa. Inoltre stiamo lavorando su altri servizi essenziali come il cambio di residenza, da cui derivano l’iscrizione ai nidi e il pass per la sosta delle auto dei residenti. Infine, vogliamo rendere le sedi dell’Anagrafe dei luoghi di cura della persona a 360 gradi. Il motivo? Ci sono cittadini, che sanno usare il computer e lo smart phone, che riusciranno sempre di più a ottenere i certificati che gli occorrono senza recarsi agli sportelli. Ce ne sono altri, soprattutto anziani, che invece continueranno ad andare nelle sedi dell’anagrafe, che per questo motivo vogliano rendere più accoglienti sia per i servizi sociali forniti sia come luoghi fisici". Delega alla Partecipazione. Quali obiettivi da qui al 2026? "Per ora sento la responsabilità di implementare ciò che ha fatto l’assessore che mi ha preceduto, Lorenzo Lipparini. Punto a riproporre il bilancio partecipativo. In questi giorni sto studiando i bilanci partecipativi del 2015 e del 2018 per lanciare un nuovo bando ancora migliore dei precedenti. Non solo. La mia idea è che i Patti di collaborazione tra Comune e cittadini siano una delle prime cose da decentrare ai Municipi".