FRANCESCO PELLEGATTA
Cronaca

Milano, "La Loggia è nel degrado, ora va salvata"

Il progetto per il monumento dedicato alla Resistenza attende solo l’ultimo via libera. Cenati (Anpi): racconterà valori universali.

di Francesco Pellegatta

"Liberiamo dal degrado la Loggia dei Mercanti, un vero simbolo della Resistenza. L’unico monumento a cielo aperto di Milano che sta a ricordare chi si è sacrificato per liberare l’Italia". Lo ha detto ieri Roberto Cenati, presidente di Anpi Milano, durante la commemorazione dell’eccidio di Piazzale Loreto, che ha visto la partecipazione di centinaia di persone nonostante il caldo torrido. Ebbene, nelle idee di Anpi il primo passo per "salvare" la Loggia sarà la sistemazione di due steli in vetro stratificato sulle due arcate della struttura.

Con tutta probabilità queste riporteranno le parole di alcuni grandi scrittori che hanno narrato la Resistenza e i suoi valori, da Vittorio Foa a Piero Calamandrei. "Valori che non sono solo quelli partigiani ma diventano universali nel momento in cui si parla di rispetto reciproco e volontà di non sopraffare gli altri. Anche questa è Resistenza". Proprio di fronte verranno sistemate alcune sedute in beola dove i cittadini - e soprattutto i giovani - potranno sedersi per ricordare e riflettere. Il progetto disegnato dallo studio Cini Boeri ha già ricevuto nel marzo scorso l’approvazione ("e l’apprezzamento") della Soprintendenza. Ora manca solo il via libera alla realizzazione, che Anpi attende ormai da quattro mesi: "È importante ricordare il sacrificio dei quindici partigiani - continua Cenati - ma questo si deve tramutare in atti concreti, tra i quali il rilancio della loggia. Il progetto non pesa sulle casse comunali e anche le spese di manutenzione saranno a carico di Anpi, chiediamo solo il potenziamento dell’illuminazione e di rafforzare il pattugliamento nella zona".

Nel corso di quella che è stata la prima cerimonia pubblica milanese dopo il lockdown, il presidente di Anpi ha voluto rivolgere un pensiero anche alla senatrice Liliana Segre, ricordando che "se è stato necessario darle la scorta qualcosa di grave si è verificato nel nostro Paese, che ha perso la memoria". E lo stesso ha fatto "con le 35mila vittime del virus, tanto che il Presidente della Repubblica ha detto che la libertà non equivale al diritto di far ammalare gli altri".