"Mi salvo solo perché sono titolare dei muri Così resisto"

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MILANO

"Per fortuna sono diventato proprietario dei muri del mio cinema e riesco ancora un po’ a resistere, nonostante le perdite. Se avessi dovuto pagare l’affitto come un tempo – cinquanta milioni delle vecchie lire ogni anno - l’esperienza del Mexico, la ragione della mia vita, sarebbe già finita". Mastica amaro Antonio Sancassani, 79 anni, anima del Mexico di via Savona, da sempre un faro nella programmazione cittadina con le sue proposte di qualità. "Sono molto preoccupato" sottolinea il patron di uno degli ultimi monosala rimasti a Milano. Il botteghino lo scorso mese ha fatto registrare un crollo di fatturato che arriva a -70% rispetto al pre-pandemia: "Ad agosto abbiamo scelto di rimanere aperti ma è stato un bagno di sangue. Abbiamo staccato 3mila biglietti per circa 5mila euro di incassi lordi che diventano la metà perché circa il 50% va al noleggio".

"La crisi del cinema colpisce i piccoli più dei grandi, le strutture monosala più che i multiplex che sopperiscono al crollo dei biglietti con la vendita di pop corn e bibite per il pubblico formato da molte famiglie. Per noi invece questa diversificazione non funziona, i nostri spettatori sono abbastanza avanti con gli anni, al massimo comprano una bottiglia d’acqua" prosegue Sancassani. A ferire le sale cinematografiche sono diversi fattori. C’è la concorrenza spietata dello streaming e la mancata adozione di una lunga "finestra" di esclusiva per le sale - "dovrebbe essere di almeno di 180 giorni" secondo Sancassani - prima che il film possa approdare sulle piattaforme audiovisive. "Con le chiusure delle sale a causa della pandemia abbiamo abituato le persone per due anni a vedere i film in tv o sulle piattaforme e adesso cogliamo i cattivi frutti di una disaffezione per il grande schermo che è ancora più accentuata degli anni scorsi".

E c’è pure la questione del prodotto: "Avremmo bisogno di film traino, ma mancano. Le società di noleggio in più impongono una programmazione piena di quattro settimane per titoli, magari bellissimi, ma che non riescono proprio a decollare, col risultato di fiaccare ancora di più i ricavi. E adesso si aggiunge pure la promozione dei biglietti a 3,50 euro che non mi trova per nulla entusiasta: sono quattro giorni che non vediamo spettatori in sala perché la gente attende la "svendita"". Le super-bollette dell’energia rischiano di dare il colpo di grazia all’intero settore. "Se il Governo non mette in campo delle risorse importanti con le prossime utenze il destino è la bancarotta".

A.L.

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