Massacrato dal branco per 50 euro all'uscita da scuola: 5 indagati

Diciassettenne minacciato e picchiato per un piccolo debito: mandibola e naso fratturati e sfregio permanente

Una gang

Una gang

Milano, 28 gennaio 2020 -  «Dacci i soldi che ci devi , dacci i soldi". Poi la scarica di calci e pugni in faccia. Naso e mandibola fratturati e una lesione permanente che gli impedirà per sempre di aprire e chiudere normalmente la bocca. La vittima dell’aggressione choc è un diciassettenne che chiameremo Carlo con un nome di fantasia, pestato selvaggiamente da cinque ragazzini, tre suoi coetanei e due diciannovenni: operato per ridurre i danni del pestaggio, ha riportato una prognosi di circa 60 giorni. I presunti componenti del branco sono stati identificati e denunciati dai carabinieri, e poco più di una settimana fa, stando a quanto risulta al Giorno, sia i minorenni che i maggiorenni hanno ricevuto l’avviso di chiusura indagini, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm: sono accusati a vario titolo di lesioni gravissime, estorsione, violenza privata e spaccio di stupefacenti. Già, lo spaccio.

Sì, perché questa storia , inedita finora, inizia a giugno proprio perché la vittima, secondo quanto riferito agli investigatori, contatta i membri della baby gang (che conosce perché frequentano il suo stesso istituto professionale nella periferia est della città) per acquistare un piccolo quantitativo di droga per festeggiare insieme agli amici la fine dell’anno scolastico: 10 grammi di hashish per 50 euro. I giovanissimi pusher gli procurano lo stupefacente, ma l’acquirente non paga quanto pattuito, almeno stando a quanto rivendicheranno dopo mesi i presunti creditori. L’estate scorre tranquilla, senza che ci sia nessuna avvisaglia di quello che sta per succedere. A settembre, però, il gruppo si ripresenta al primo giorno di scuola: i ragazzini aspettano la campanella e poi fermano il diciassettenne all’uscita. "Vieni con noi, non vogliamo farti nulla, vogliamo soltanto parlare", le parole rassicuranti. Carlo accetta di seguirli, ma dopo poche centinaia di metri la situazione cambia radicalmente: "Ci devi dare i soldi, hai capito?", iniziano a urlare i baby spacciatori. La vittima prova a giustificarsi: "Non ne ho, ve lo giuro, volete che apra il portafogli per controllare?".

A quel punto, secondo la ricostruzione che il giovane studente metterà nero su bianco nella denuncia, uno dei cinque sferra il primo pugno alla nuca. Carlo, sorpreso dal colpo, riesce comunque a rimanere in piedi. "Allora vieni con noi al bancomat a prelevare i soldi", gli ordinano. Poi arriva la raffica violentissima: i cazzotti in faccia sono devastanti, il diciassettenne prova senza riuscirci a parare i colpi. I cinque si allontanano continuando a minacciarlo, e a quel punto Carlo si rialza con un fortissimo dolore alla mascella e si accorge del sangue che gli esce dalla bocca e dei quattro denti saltati.Tornato a casa, il ragazzo racconta tutto ai genitori, che lo accompagnano prima in ospedale per una visita in pronto soccorso e poi in caserma per sporgere denuncia. Ai militari fornisce alcune indicazioni parziali sulle identità di un paio di aggressori: di uno conosce solo il nome perché lo vede spesso a scuola, di un altro ricorda le sfide da bambini alle prime partite di calcio. Con quelle informazioni a disposizione, gli investigatori avviano l’inchiesta, che si svilupperà soprattutto sull’analisi dei profili social dei sospettati, e riescono pian piano a risalire all’identità di tutti i presunti componenti del branco; gli altri riscontri arriveranno dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona del raid. Nel frattempo, gli aggressori tornano a farsi sentire con una telefonata minatoria: "Ti sei comportato male, ci devi pagare", la minaccia contenuta in una breve conservazione che sembra sia stata registrata dalla vittima.

Nei giorni scorsi , ai cinque indagati a piede libero, uno residente a Milano e gli altri quattro in un Comune del primo hinterland meneghino, è stato notificato l’avviso di chiusura indagini: nel caso dei diciassettenni, il provvedimento è stato emesso dalla Procura dei minorenni, mentre le accuse nei confronti dei due diciannovenni sono state formulate dai magistrati della Procura ordinaria. Si tratta di cinque incensurati, quattro italiani e uno di origine sudamericana. Intanto, Carlo ha cambiato scuola e sta cercando faticosamente di dimenticare quell’episodio drammatico, del quale porterà sul volto un segno indelebile.

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