L’uomo dei boss e l’anziano commercialista: chi sono gli autori della maxi-evasione fiscale

I registi della frode avevano creato società con giri d’affari “inconsistenti” per fornire operai a una ditta che si occupa di convogli regionali. Disposti sequestri per 15,7 milioni di euro

Guardia di finanza (Archivio)

Guardia di finanza (Archivio)

Milano –  C’era chi si occupava della contabilità delle società-cartiera. Chi le amministrava in maniera fittizia, da testa di legno al soldo dei soci occulti. E chi avrebbe approfittato del maxi giro di fatture false e indebite compensazioni per evadere le tasse. I cugini Fausto Ferruccio e Salvatore Ciappetta e i commercialisti Domenico Bianco e Antonio Toscano avevano messo su, stando alle indagini, una vera e propria associazione a delinquere "finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati fiscali", come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Natalia Imarisio su richiesta dell’aggiunto della Dda Alessandra Dolci e del pm Sara Ombra.

La scintilla dell’inchiesta

L’inchiesta della Finanza nasce da un’altra indagine, quella della Squadra mobile che nel 2019 aveva portato in cella il cinquantaduenne crotonese Giuseppe Carvelli (nuovamente arrestato due giorni fa), ritenuto vicino alle cosche di ‘ndrangheta dei Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia) e dei Pesce di Rosarno (Reggio Calabria) e accusato in quell’occasione di aver messo le mani sulla catena di pizzerie in franchising "Tourlè" per riciclare nell’economia legale i soldi sporchi del traffico di droga.

Il lavoro degli investigatori

Da lì gli investigatori sono risaliti prima ai Ciappetta e poi a Bianco (ora ai domiciliari), commercialista pluripregiudicato di 83 anni con studio in centro che nel 2017 si era visto sequestrare una quarantina di immobili e che nel 2019 era finito nuovamente nel mirino degli inquirenti perché sospettato di aver creato società fantasma per consentire a due aziende di costruzioni di evadere le tasse.

Più o meno lo stesso schema messo in evidenza dall’ultima operazione dell’Antimafia, che ha ricostruito il giro d’affari di srl "inconsistenti" come Beta Manutenzioni, Ciemmei e F&G Immobiliare (di cui il dominus era Carvelli), che avrebbero fornito manodopera "a basso costo" e fuori dalle regole anche a una società che si è aggiudicata appalti per la manutenzione di carrozze e locomotori dei treni regionali.

Il meccanismo per frodare

“Il meccanismo – si legge negli atti – era finalizzato all’evasione delle imposte, con conseguenti illeciti ricavi successivamente riciclati tramite una serie di movimentazioni finanziarie anche all’estero".

Il giudice ha pure disposto un sequestro preventivo per circa 15,7 milioni di euro, frutto dell’evasione posta in essere attraverso l’emissione di fatture false per oltre 43 milioni di euro dalle società coinvolte negli accertamenti degli inquirenti.

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