La pillola abortiva è veleno: bufera sul manifesto dell'associazione Pro Vita e Famiglia

Campagna choc a Milano, protestano le associazioni per i diritti delle donne: "Vergonoso, un'indegna menzogna"

Il discusso manifesto antiabortista

Il discusso manifesto antiabortista

Milano, 7 dicembre 2020 - La pillola per l'aborto equiparata al veleno. Fa discutere il manifesto affisso in via Vigoni a Milano, dall'associazione Pro Vita e Famiglia per dissuadere le done dall'utilizzo della pillola abortiva. Nel manifesto compare una ragazza stesa a terra con una mela, come Biancaneve e il testo "Stop alla pillola abortiva RU486: mette a rischio la salute e la vita della donna e uccide il figlio nel grembo".

Indignazione è stata espressa in particolare della associazioni per i diritti delle donne, che sui social protestano duramente e minacciano azioni legali contro il manifesto choc. La Casa delle Donne di Milano ha commentato duramente sulla propria pagina Facebook. "Non ci sono parole per descrivere questo vergognoso manifesto pubblicitario affisso a Milano in via Vigoni angolo via Mercalli. Si tratta di una indegna menzogna e di una grave violazione del corpo e della dignità delle donne. L'ennesima violenza che non siamo disposte a tollerare! Chiederemo chi ha autorizzato questa affissione e siamo pronte a un'azione significativa che faccia sentire la nostra voce contro questo abuso". D

Dal canto suo, invece, l'associazione Pro Vita e Famiglia rivendica la campagna che lei stessa definisce choc. "Assumere la pillola Ru486 - spiega Toni Brandi, presidente dell'associazione- è dolorosissimo: sai quando inizi ma non sai quando finirà, possono passare tantissime ore, anche giornate intere prima che inizi il travaglio che provoca l'espulsione del bambino. Il 56% delle donne riconosce poi il figlio innegabilmente formato sulla propria mano o nel wc. E allora sì che il dolore è atroce, si è spesso da sole, in bagno, con la più grande bugia. È per questo che vogliamo risvegliare la conoscenza e le coscienze delle persone, perché non vengano raccontate falsità su questo farmaco tanto dannoso per le donne". 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro