Magnifica Fabbrica, la Milano del futuro al Rubattino

Un parallelepipedo trasparente di acciaio, legno e vetro che ospiterà laboratori, sale prove e depositi della Scala

Come sarà la Magnifica fabbrica

Come sarà la Magnifica fabbrica

La Magnifica Fabbrica svetterà a 25,2 metri d’altezza e si estenderà per quasi 67mila metri quadrati. Un parallelepipedo trasparente di acciaio, legno e vetro che ospiterà laboratori (per metà della superficie complessiva), sale prove e depositi del teatro alla Scala in un’unica sede: lì prenderanno forma elementi di scena, parrucche e costumi che oggi gli artigiani del Piermarini plasmano e assemblano in via Bergognone; e lì troveranno posto pure i magazzini dei tesori scaligeri, stipati in 2.500 container accatastati su quattro livelli (con tre vie di carico-scarico e quattro linee carroponte). Sarà circondata dal Parco della Lambretta, raddoppiato rispetto alle dimensioni attuali a 100mila metri quadrati (con 38 milioni di euro dal Pnrr) e percorso da rogge e canali, e impreziosita dal Palazzo di Cristallo ristrutturato nelle sue strutture portanti e riconvertito in giardino d’inverno votato alla biodiversità. Con uno Spazio dei sogni, così l’ha ribattezzato chi l’ha messo su carta millimetrata, da dedicare a mostre, laboratori, corsi e grandi eventi.

Sì, perché la Fabbrica – che inizierà a sorgere al Rubattino nel 2024 per un investimento complessivo vicino ai 120 milioni di euro e che di quel quartiere è destinata a diventare il fiore all’occhiello e il simbolo di una periferia dimenticata pronta a conquistarsi il suo posto nella metropoli policentrica del futuro – è stata concepita sì per razionalizzare spazi e sprecare meno energia possibile (un po’ per scelta politica un po’ perché c’è davvero bisogno di ridurre il costo di bollette schizzate in un anno da 2 a 4 milioni), ma pure e soprattutto per coinvolgere appassionati e non, spalancando le porte della maxi officina d’eccellenza in cui l’arte nasce e si sviluppa, fondamentale punto di partenza di un lavoro che riscuote applausi e ammirazione sul palcoscenico di via Filodrammatici.

Ieri mattina la prima tappa, proprio nell’attuale location dell’ex Ansaldo a segnare un ideale passaggio di testimone: la Commissione giudicatrice del Concorso internazionale lanciato a ottobre da Palazzo Marino ha aggiudicato (con proclamazione affidata al sindaco e presidente della Fondazione Giuseppe Sala) la vittoria al gruppo italo-spagnolo guidato dal progettista Massimo Giuliani (che con Sd Partners ha contribuito a tirar su il Palazzo della Regione e la Feltrinelli di viale Pasubio e fa parte del team che costruirà la Città della Salute a Sesto) e formato da Pablo Luis Oriol Salgado, Juan Jose Tur Mc Glone, Davide Canepa, Maddalena Gioia Gibelli, Beatrice Meroni, Paolo Galbiati e Luca Giuseppe Francesco Stefanutti. Per la giuria, che ha scelto loro tra i 7 finalisti (seconda la "cordata" capitanata dalla newyorkese Jocelyn Froimovich), hanno interpretato "in modo originale il tema delle grandi misure urbane: la struttura è elegante e ben ritmata, si configura come un nuovo grande edificio pubblico e produttivo e risponde alle misure dettate dall’impianto industriale preesistente e ai criteri di sostenibilità, durabilità e manutenzione".

Già, perché Oriol e soci non hanno affatto dimenticato la storia di quel luogo, segnato dall’Innocenti e dalla Torre dell’Acqua, che darà il benvenuto (con tanto di insegna) a chi entrerà dal camminamento che sorvolerà via Caduti di Marcinelle o direttamente da via Rubattino. L’involucro della Fabbrica, in policarbonato solido riciclato, avrà in cima un impianto fotovoltaico da 3.600 kw che renderà l’edificio a zero impatto ambientale; senza dimenticare il sistema di geotermia a ciclo aperto per la depurazione delle acque di falda. Ed eccoci all’interno: i visitatori passeggeranno su un Anello sopraelevato (a 8 metri) per sbirciare tutto ciò che succede senza disturbare chi è all’opera.

"Grandi forme in grandi spazi pubblici", la sintesi di Oriol, nel solco tracciato in passato da Duomo e Castello Sforzesco e in tempi recentissimi da CityLife e Porta Nuova. "È un progetto unico, ci cambierà la vita", sintetizza il sovrintendente Dominique Meyer. Un progetto che per Sala è un ulteriore tassello "della proposta di Milano per il futuro". Con un’esortazione, scherzosa ma non troppo, a chi ha battuto gli altri 58 concorrenti: "Complimenti, ma non è mica finita qui: al lavoro!".

 

 

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