Madre con neonata “palo” dei ladri. Rubati occhiali e maglie dell’Inter

In quattro entravano nei negozi per rubare capi d’abbigliamento. La quinta complice faceva da palo, con la figlia neonata nella carrozzina. Lunedì pomeriggio gli agenti della Squadra mobile hanno arrestato per furto pluriaggravato e continuato in concorso quattro cittadini peruviani di età compresa tra 18 e 32 anni – due uomini con precedenti e due donne incensurate – e indagato la connazionale di 23 anni con bimba al seguito.

Durante uno dei consueti servizi anti-furti nelle vie del centro, gli investigatori dell’Antiborseggio, guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dal funzionario Michele Scarola, hanno iniziato a seguire quattro persone appena uscite da un negozio in via Torino: ad attenderle in via Spadari c’era una donna con un passeggino. In corso Vittorio Emanuele, il gruppo è entrato in un negozio, mentre la ventitreenne con la neonata è rimasta all’esterno. I due uomini si sono impossessati di due capi d’abbigliamento, per poi allontanarsi in direzione del metrò di San Babila per ricongiursi col resto della banda. Dopo aver assistito alla scena, i poliziotti hanno fermato i cinque, trovando addosso ai due uomini una giacca e i pantaloni di una tuta del valore di 280 euro, sottratti poco prima da Foot Locker e nascosti sotto il giubbino. La giovane mamma aveva con sé un sacchetto di carta schermato con carta di alluminio e scotch, un dispositivo per rimuovere le etichette anti-taccheggio, tre paia di occhiali per un valore di circa 900 euro spariti da due punti vendita di Salmoiraghi&Viganò e quattro maglie da calcio da 95 euro ciascuna rubate all’Inter Store.

La diciottenne è stata trovata in possesso di una borsa schermata contenente un paio di occhiali da sole dal valore di 350 euro e un dispositivo anti-taccheggio in plastica danneggiato, mentre la ventunenne aveva con sé un altro paio di occhiali da sole dal valore di 350 euro, nascosti nel gilet. Portati in camera di sicurezza, l’indomani gli arrestati sono stati accompagnati in Tribunale all’udienza della direttissima: il giudice ha convalidato i provvedimenti, ma non ha disposto misure cautelari nei loro confronti. Per questo, i quattro sono tornati in libertà, in attesa del processo.