di Giambattista Anastasio e Nicola Palma
MILANO
Il sindaco Giuseppe Sala ha presentato una richiesta formale alla Procura di Milano perché siano riaperte le indagini sull’omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, conosciuti come Fausto e Iaio, i due giovani uccisi il 18 marzo del 1978 negli immediati dintorni del centro sociale Leoncavallo. Questo è quanto ha reso noto ieri il consigliere comunale del Pd, Rosario Pantaleo, durante la seduta del Consiglio comunale. Una notizia successivamente confermata anche dallo staff di Sala. La richiesta del primo cittadino arriva dopo che l’aula di Palazzo Marino ha votato una mozione, presentata dallo stesso Pantaleo, che chiedeva proprio all’amministrazione comunale di "operare nei confronti della Procura della Repubblica di Milano, in segno di urgenza di giustizia, seppure a tanti anni di distanza dagli eventi, affinché si proceda alla riapertura delle indagini sulla morte di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci per dare loro, ai loro cari e alla città tutta quella giustizia e pace indispensabili per una vera memoria condivisa". Una mozione approvata, per l’esattezza, il 29 maggio scorso. Le indagini furono invece chiuse nel 2000, quando si decise per l’archiviazione del caso. Da qui l’iniziativa del consigliere comunale dei Democratici, che sottolinea come la vicenda risulti ancora oscura: "A distanza di oltre 20 anni dalla chiusura giudiziaria del caso e a 45 anni dagli eventi resta l’amarezza che, a tutt’oggi, non vi siano colpevoli per un evento delittuoso rimasto nella memoria dei milanesi che ancora attendono giustizia. Attendiamo il riscontro della Procura della Repubblica, ma sarebbe molto importante se fosse un riscontro positivo".
"Il nostro ringraziamento va in primis al consigliere Pantaleo, portavoce gentile e rispettoso di questa istanza, e poi a tutto il Consiglio comunale che ha votato all’unanimità e al sindaco Sala", dice al Giorno Bruno Tinelli, fratello di Fausto, che parla anche a nome della madre, che in questi 45 anni non ha mai smesso di lottare e sperare. "In molti conoscono la verità, ora vogliamo giustizia e non ci stancheremo di continuare a esigerla: oggi siamo contenti e soddisfatti per questo passo, che speriamo possa portare a fare definitiva luce su quanto accaduto".