Logistica, una bomba innescata

Questioni mai affrontate o irrisolte. E il lavoro è terreno di scontro

Un magazzino di logistica (foto di repertorio)

Un magazzino di logistica (foto di repertorio)

Milano, 21 marzo 2018 - Problemi irrisolti. Alcuni mai affrontati, altri insabbiati. Così, anno dopo anno, le aziende di logistica sono diventate sempre più simili a località di frontiera dove basta poco perché focolai di guerra mai del tutto sopiti si riaccendano improvvisamente. Basta una miccia e le tensioni soffocate a fatica esplodono.

Il caso più eclatante in Lombardia si è registrato ieri, a Rho, alle porte di Milano, dove lo sciopero nazionale del S.i.Cobas ha parzialmente bloccato l’attività nel magazzino e la consegna dei pacchi nel centro di smistamento della Gls. Facchini e driver stavano manifestando quando l’autista di un furgoncino di un altro corriere che ha sede nella stessa area industriale ha forzato il presidio di protesta e investito due manifestanti. Il bilancio: due feriti (lievi) trasportati al pronto soccorso. La polizia non ha potuto far altro che fermare l’autista e, al termine degli accertamenti, denunciarlo per resistenza a pubblico ufficiale. «Noi rappresentiamo la maggior parte dei lavoratori, ma al tavolo della trattativa non siamo stati convocati: il Contratto Nazionale di Lavoro della logistica sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil è una farsa - dichiara Davide Orsini, rappresentante sindacale Cobas -. Rifiutarsi di discutere con i Cobas perché i lavoratori sono tutti dipendenti di cooperative è una scusa con cui non si garantiscono diritti e tutele a facchini e driver». Focolai mai spenti anche in provincia di Pavia e Lodi. Questioni contrattuali, cooperative e una concorrenza che si gioca a colpi di salari al ribasso, alimentata anche dal boom delle consegne a domicilio della merce acquistata online.

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