L’incidente a Brugherio Schianto mortale ai raggi X e guerra di perizie in aula

Automobilista tagliò la strada a un motociclista con una "manovra imprudente". Ma secondo i suoi difensori la vittima viaggiava ad alta velocità e in sorpasso.

L’incidente a Brugherio  Schianto mortale ai raggi X  e guerra di perizie in aula

L’incidente a Brugherio Schianto mortale ai raggi X e guerra di perizie in aula

di Stefania Totaro

Tagliò la strada a una moto mentre cercava di parcheggiare la sua Range Rover, provocando la morte del 42enne Simone Vulcano, residente a Cassina de’ Pecchi. Ma per la difesa il centauro viaggiava ad alta velocità e in sorpasso. Sarà guerra tra i consulenti tecnici delle parti al processo iniziato ieri al Tribunale di Monza che vede imputato di omicidio stradale l’automobilista, Manolo Falzi, 48enne di Brugherio. L’incidente è accaduto l’8 febbraio 2022 sulla provinciale Milano-Imbersago a Brugherio. I familiari di Simone Vulcano non si sono costituiti parti civili perché hanno già ottenuto un risarcimento dei danni. La consulenza tecnica del pubblico ministero ha fatto emergere la piena responsabilità dell’automobilista, che avrebbe girato a sinistra all’improvviso, senza nemmeno guardare se, dal lato opposto, stesse arrivando qualcuno. Simone Vulcano avrebbe avuto 0,97 secondi di tempo per reagire: troppo poco. Non era riuscito nemmeno ad azionare il freno. Eppure, il motocilista, secondo l’accusa, era perfettamente visibile. Viale Lombardia, teatro del sinistro, è una strada rettilinea, con buona visuale sia di giorno che di notte. Per il consultente tecnico della Procura il sinistro stradale è stato determinato essenzialmente dalla condotta di guida dell’automobilista, per la sua manovra imprudente sulla carreggiata principale, perché avrebbe dovuto attendere che fosse completamente libera, prima di procedere. Invece, non è stato così. La svolta a sinistra sarebbe stata eseguita, sempre secondo la consulenza, dall’automobilista senza accertarsi della effettiva possibilità di poter compiere tale manovra e senza avere verificato la presenza dello stesso motociclista che si trovava a circa 14 metri di distanza, quindi in posizione perfettamente avvistabile. Da qui, l’incidente e lo schianto frontale con il motociclista, che ha lasciato una donna e un bambino con meno di 3 anni senza un marito e senza un padre. Di risultato completamente opposto, invece, la consulenza della difesa dell’imputato, secondo cui la vittima viaggiava a velocità elevata e proveniente da un sorpasso. Non è escluso che il giudice, alla prossima udienza fissata a gennaio, disponga una perizia aggiuntiva.

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