Operaio in nero cade dalla scala e muore: amministratrice di condominio a giudizio

Dell’infortunio sul lavoro risponde una ventenne che aveva commissionato la tinteggiatura del palazzo La vittima, fabbro 60enne, stava dipingendo l’androne dell’edificio quando è caduto da meno di due metri

Inutili i soccorsi per l’uomo di 60 anni morto dopo una caduta da due metri

Inutili i soccorsi per l’uomo di 60 anni morto dopo una caduta da due metri

Milano, 28 febbraio 2023 -  Affidò i lavori di restyling e ritinteggiatura dell’androne del palazzo di via Novara, in cui era proprietaria di un appartamento, ad operai che lavoravano in nero, senza contratto, e senza alcun presidio di sicurezza. Ora la 22enne che ha commissionato i lavori, anche amministratrice del palazzo, è stata rinviata a giudizio con l’accusa di omicidio colposo, perché uno di quegli operai, un fabbro in pensione, morì per un infortunio sul lavoro. Una banale caduta dalla scala a pioli a un’altezza di poco meno di due metri, ma tanto è bastato perché l’uomo, un sessantenne, battendo la testa, morisse sul colpo.

La giovane committente si serviva abitualmente di operai in nero per piccoli lavori, pratica in realtà assai diffusa. Gli operai, quel giorno, lavorarono prima all’interno dell’appartamento della donna, erano quattro, chiamati per una piccola ristrutturazione. Al termine dei lavori in un paio di appartamenti del complesso in zona Quinto Romano, uno di loro, fu utilizzato per ritinteggiare l’ingresso del palazzo ad un altezza in cui non era nemmeno necessaria una scala particolarmente alta, e di conseguenza senza neppure, in teoria, aver l’obbligo di utilizzare particolari presidi di sicurezza che lo tenevano legato alle scale. Caso volle che la disgrazia fosse in agguato. L’operaio nell’intento di ridipingere le pareti, appena salito sulla scala, perde l’equilibrio e cade. Un colpo all’indietro, la testa battuta sul pavimento, soccorsi inutili e la morte.

La ventenne che non aveva osservato nessuno degli obblighi stabiliti per legge in materia di sicurezza, nemmeno aveva affidato incarico formale, dovrà rispondere in prima persona di quello che è successo: risarcire la famiglia del sessantenne ed affrontare un processo. In udienza, con l’accusa di omicidio colposo, rischia oltre un anno di carcere.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro