LUCA CIANFLONE
Cronaca

"La situazione nei reparti sta peggiorando"

Nicola Mumoli, direttore dell’unità di Medicina del Fornaroli: in crescita i pazienti nelle terapie intensive dell’Asst-Ovest Milanese

di Luca Cianflone

"Il contagio sta salendo in modo importante. La medicina 1 al nono pieno è già piena e si è convertito medicina 2, con altrettanti 28 posti letto. Al momento abbiamo una cinquantina di ricoverati. Se il trend continuasse in questo modo dovremo aprire un altro reparto. Purtroppo anche la gravità sta aumentando. La situazione sta diventando un po’ critica". Queste le parole di Nicola Mumoli, direttore del reparto di Medicina dell’ospedale Fornaroli.

"Per combattere il virus sappiamo dell’efficacia dimostrata da cortisone ed eparina – spiega Mumoli - Quindi nulla di specifico, ma siamo però più esperti, sappiamo riconoscere in maniera più precisa e veloce il decorso della malattia in un paziente e intervenire con le giuste terapie, a seconda del quadro clinico". Il dottore evidenzia la necessità di un filtro da parte dei medici di base: "Dobbiamo impegnarci tutti per aumentare e migliorare i rapporti tra specialisti e medici di famiglia. Avere una valida assistenza da parte loro sarà fondamentale. Personalmente sono a completa disposizione di tutti i colleghi che volessero un supporto per diagnosi e terapie. Solo facendo così potremo limitare l’arrivo ai pronto soccorso. Asintomatici e persone con solo la febbre non devono venire in ospedale, altrimenti il sistema scoppia". Fino ad oggi la patologia è un po’ meno “esplosiva“ rispetto all’ondata precedente, ha spiegato il direttore, i dati sono però in peggioramento. Ad aprile scorso i pazienti che necessitavano delle terapie intensive erano circa il 30%, ora siamo attorno al 10% ma il dato sta salendo. "Le cose possono cambiare da un giorno all’altro. Non abbiamo ancora destinato ai pazienti covid parte della terapia intensiva, i casi più gravi vanno a Legnano. Vogliamo tenere il più possibile aperti gli altri reparti, con le relative attività, le persone ne hanno bisogno. Ognuno di noi deve fare il massimo per aiutare il sistema sanitario".

Al momento non sono state registrate ricadute di chi già ha avuto il coronavirus. Dei 38 malati che c’erano fino a martedì 27 ottobre, nessuno fa parte degli infetti di marzo, aprile. "Anche loro non dovrebbero spaventarsi e correre in pronto soccorso. La necessità del ricovero c’è quando non si respira bene. Come terapia, prima di arrivare allo stato critico e quindi richiedere ricovero, il medico di base dovrebbe prescrivere subito l’eparina e poi, se si entrasse nella fase infiammatoria, prescrivere del cortisone". Mumoli è però ucioso: "Insieme ne usciremo ancora".