
di Simona Ballatore
Frenano su Milano e provincia i percorsi quadriennali e c’è chi alza bandiera bianca: il Tito Livio stoppa la sperimentazione.
Dai dati forniti dal ministero dell’Istruzione, i 28 iscritti nell’anno 20182019 nelle scuole superiori milanesi erano raddoppiati l’anno seguente - con 56 domande - per poi riprendere la discesa: 48 nel 20202021; saranno 39 a settembre, salvo ripensamenti e sorprese. A livello lombardo, passano da 404 nell’anno clou (20182019) ai 378 di settembre. Si sfila dalla sperimentazione il liceo Tito Livio: da quando è stato avviato il progetto - tre anni fa - nell’indirizzo coreutico, è riuscito a creare una sola classe. Quella che si presenterà il prossimo anno alla maturità: 14 studenti in tutto, salvo bocciature. Che creerebbero non pochi problemi visto che non hanno una classe “salvagente“ alle spalle. "Per due anni lo abbiamo riproposto ma non si è iscritto nessuno – spiega il preside Giorgio Galanti –. Si è aggiunto poi il tema della pandemia, con la mancanza di aule, e abbiamo quindi deciso di non riprovarci più".
Esperienza conclusa: palla al quinquennale. "Che funziona – sottolinea Galanti –. Famiglie e studenti da noi preferiscono il percorso tradizionale. Anche perché, nel caso del coreutico, avere le ore concentrate in quattro anni, con i pomeriggi, impedisce di frequentare le accademie di danza". Il prossimo anno ci sarà il passo d’addio dei primi e ultimi pionieri. Non si arrende l’istituto Leopardi, paritario, che aveva attivato l’indirizzo tecnico-economico, anche se non nasconde la battuta d’arresto dei quadriennali: "Per due anni è andato molto bene – sottolinea il rettore Roberto Pasolini –. Non abbiamo mai fatto fatica a formare due classi da 22, l’anno scorso erano 15 e adesso siamo a una decina. La classe ci sarà lo stesso, speriamo di convincere qualcuno in corso d’opera, anche se è più difficile". Secondo il dirigente scolastico, il Covid non ha aiutato. "I quadriennali sono i percorsi che hanno risentito di più della pandemia per la difficoltà a comunicare con le famiglie e a far vedere l’offerta, molti non sanno neppure della loro esistenza. In altri indirizzi abbiamo la lista d’attesa, ma faremo una campagna ad hoc, adesso che la situazione epidemiologica è migliorata, per farli conoscere di più". Oltre all’effetto pandemia, c’è la “variante“ indirizzo da considerare. Il linguistico per esempio - che quest’anno è tra i più gettonati - piace anche in formato quadriennale. "Il prossimo anno concluderemo la quadriennalità del progetto e andremo avanti con la sperimentazione – conferma la preside Licia Gennarelli, dell’istituto Artemisia Gentileschi –, abbiamo tre lingue opzionali e formeremo una classe intorno ai 18 studenti. Rispetto allo scorso anno, abbiamo avuto un numero leggermente più alto di richieste". Il collegio San Carlo, il primo a partire già prima dell’ultima sperimentazione, è ormai rodato. "Per i quadriennali la richiesta è costante – spiegano dal collegio –. Organizzeremo tre classi da 22". Tutte dello scientifico. Il classico quadriennale non è mai decollato.