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La bici nera, il tesoro più ambito della drogheria

L’antica bilancia e i vecchi espositori di caramelle sono già andati a ruba ma per collezionisti e affezionati della vecchia Milano resta il pezzo forte: le insegne. Quelle attuali, luminose, sono degli anni Sessanta in vendita a 350 euro. Per le più antiche, di 92 anni fa, dipinte a mano, il prezzo sale a 450. Ma anche la "bici nera del droghiere", utilizzata per le consegne nel quartiere dal dopoguerra in poi, per decenni, è disponibile a 500 euro. Tutto in vendita nella storica drogheria “La casa del miele“ di viale Zara 132 angolo via Slataper, che a fine febbraio chiuderà le serrande per sempre.

"Una scelta sofferta ma necessaria - spiega Simona Fregoni, la titolare -. Il Covid ha rappresentato la mazzata finale, ma già prima c’erano difficoltà. Le spese si accumulano, non si riesce a sbarcare il lunario in questa situazione". Per potersi risollevare, prima dell’emergenza sanitaria aveva affiancato un punto di ristoro all’attività della drogheria, in cui gli articoli di punta restano cioccolato venduto a peso, liquirizia, caramelle come le “ginevrine“, tonde di zucchero colorato, spezie, tè sfusi, erbe e saponi. "Il mini ristorante è stato una boccata d’ossigeno ma ho dovuto eliminarlo per rispettare le normative anti Covid. Ho cercato di vendere l’attività, senza successo, e non ho avuto aiuti dalle istituzioni. Come me, altri esercenti. Senza il piccolo commercio di vicinato quale sarà il futuro per la nostra città?". Quindi getta la spugna. E ha deciso di cedere ai migliori offerenti oggetti, mobili e insegne pubblicando sulla pagina Facebook del negozio le foto con i prezzi.

"Così riuscirò a saldare qualche debito e ‘smaltire’ tesori che non posso portare a casa, contenta che possano avere una seconda vita. Sono arrivati collezionisti, altri commercianti, privati... Sono oggetti d’altri tempi che non si trovano più". Il negozio, tra le botteghe storiche milanesi, è un punto di riferimento del quartiere da 92 anni, aperto dal signor Ghiringhelli appena dopo la costruzione del palazzo di viale Zara 132. Gli arredi su misura in noce massello e frassino sono ancora quelli di allora. Nel 1934 il testimone è passato ad Arturo Curti, che ha vissuto dietro il bancone i difficili anni della Seconda guerra mondiale, quando in bottega veniva distribuito cibo con le tessere e in negozio si trovava solamente pasta, riso, zucchero nero, sapone nero a pezzi e, a volte, olio.

La signora Lina, figlia di Arturo, ha raccontato che il padre si rifiutava di andare nei rifugi durante i bombardamenti e lavorava con le candele accese sulla bilancia. Poi, nel 1963, la guida è passata a Giuseppe Montorfano. E, dal 2004, la proprietaria è Simona Fregoni. Marianna Vazzana