Incendio Torre dei Moro, quei pannelli pericolosi rispuntano nei cantieri

La lettera della Uil al procuratore: accesso agli atti per fare chiarezza. Il materiale infiammabile utilizzato anche in ospedali e aeroporti

Il rogo della Torre dei Moro

Il rogo della Torre dei Moro

Milano - I pannelli Larson Pe, quelli altamente infiammabili che stavano sulla facciata “a vela“ della Torre dei Moro andata a fuoco a Milano il 29 agosto 2021 senza per fortuna causare vittime, sarebbero stati utilizzati in molti altri edifici. E sul caso si stanno muovendo anche i sindacati, per l’allarme sui rischi nei cantieri dove vengono impiegati materiali pericolosi.

Nei giorni scorsi il segretario generale della Uil Milano e Lombardia, Enrico Vizza, ha scritto una lettera al procuratore di Milano Marcello Viola, al procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e al pm Marina Petruzzella, che ha coordinato le indagini sul maxi-rogo di via Antonini e sulla tragedia sfiorata, chiedendo di poter accedere agli atti dell’inchiesta chiusa di recente. "Ci domandiamo cosa sarebbe successo – si legge nella lettera – se l’incendio si fosse sviluppato durante la fase del cantiere, con le maestranze che operavano sulle impalcature". L’obiettivo è quello di arrivare a una mappatura degli edifici pubblici o privati costruiti in Lombardia usando i pannelli “incriminati“ o altri materiali pericolosi, sollecitando controlli anche nei cantieri aperti.

Edifici come l’ospedale Del Ponte di Varese, dove i pannelli non in regola con le normative anti-incendio sono stati rimossi. Alla stessa Procura di Milano, che si è attivata per segnalare in questi mesi dove erano stati collocati quei pannelli prodotti dalla spagnola Alucoil, è stato riferito inoltre dai vigili del fuoco che il 6 ottobre si è verificato un incendio in un albergo a Varese, senza feriti. E dalle prime verifiche, pure sulla facciata di quell’hotel erano stati collocati pannelli Larson Pe. Gli inquirenti milanesi hanno già aperto da tempo un fascicolo autonomo ipotizzando il reato di frode nell’esercizio del commercio proprio per verificare come e dove siano stati commercializzati quei pannelli in Italia usati, pare, anche in alcuni aeroporti.

I rappresentanti di Alucoil - secondo gli atti dell’inchiesta sul maxi rogo nel grattacielo a carico di 18 indagati per disastro colposo - misero in commercio, attraverso un’azienda italiana quel loro prodotto "ad alta combustibilità", ottenendo "con la frode" un certificato "rilasciato dall’Istituto Giordano" nel 2009 e una "omologazione ministeriale" nel 2010. "Scopriamo che gli stessi pannelli sono utilizzati in tanti altri immobili – spiega Vizza –. Noi vogliamo fare luce e vogliamo rilanciare il tema di “Zero morti sul lavoro“ anche affrontando tutte le questioni legate agli infortuni, alle malattie professionali e all’utilizzo di materiali che possono essere una vera e propria piaga". Materiali pericolosi come la silice libera cristallina, un composto chimico cancerogeno che si sprigiona durante la lavorazione di ceramiche, malte e mattoni, al centro di una campagna di informazione dell’Asle Rlst di Milano, Lodi e Monza-Brianza.

 

 

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