Incendi a scopo di estorsione, tre condanne

Tre condanne in primo grado a Lodi per incendi e tentata estorsione in cantieri edili a San Giuliano Milanese nel 2019. Coinvolti tre uomini, di cui due condannati per incendio doloso e uno per tentata estorsione. Nessuna connessione con la criminalità organizzata.

Incendi a scopo di estorsione, tre condanne

Incendi a scopo di estorsione, tre condanne

Tre condanne in primo grado sono arrivate in tribunale a Lodi per i due incendi del 27 maggio e del 4 giugno 2019 nei cantieri di via Trieste e di via Gogol di un’impresa edile di San Giuliano Milanese per un tentativo di estorsione da 150mila euro nei confronti del suo titolare. Un autocarro era andato distrutto, un altro aveva subito ingenti danni ed era andato in fiamme anche un container adibito a ufficio e contenente attrezzature e documentazione.

Un pregiudicato (per stupefacenti) di 42 anni originario di Gela (Caltanissetta) ma residente a Busto Arsizio è stato condannato a due anni e mezzo di reclusione per tentata estorsione, un 55enne di San Donato Milanese, anche lui di origini gelesi, e un 51enne di Melegnano sono stati condannati a 5 anni di reclusione per incendio doloso. Tutti e tre lavorano come muratori. I carabinieri del Ris avevano trovato Dna e impronte di due degli indiziati tra i reperti sequestrati dopo gli incendi. La richiesta estorsiva, avvenuta presso la sede legale della società di costruzioni, aveva preceduto di alcune settimane gli incendi nei cantieri ed era seguita a un incendio degli stessi uffici di cui non sono stati invece individuati gli eventuali responsabili e sarebbe stata accompagnata dalla frase "me manna a Stidda". Le indagini della Procura di Lodi hanno, però, escluso la matrice mafiosa degli episodi e anche rapporti tra il costruttore e la criminalità organizzata. Il movente ritenuto più probabile dalla pubblica accusa sarebbe invece una richiesta di aiuto finanziario da parte di un altro imprenditore edile, che era rimasta inascoltata. Ma, per carenza di indizi sufficienti, non sono stati perseguiti né quell’imprenditore né i soggetti che potrebbero aver fatto da tramite tra lui e i presunti autori dei reati.