In 300 per girare il videoclip. Processo a Ezza e Baby Gang

Le accuse: manifestazione non autorizzata e resistenza

In 300 per girare il videoclip. Processo a Ezza e Baby Gang

In 300 per girare il videoclip. Processo a Ezza e Baby Gang

Altro processo per il trapper ventiduenne Baby Gang, all’anagrafe Zaccaria Mouhib, in vetta alle classifiche dello streaming con milioni di follower e di recente tornato in carcere. È imputato, infatti, assieme a un altro trapper, Neima Ezza, nome d’arte di Amine Ez Zaaraoui, e a un altro ragazzo per i disordini del 10 aprile del 2021, in zona a San Siro a Milano, quando Neima stava realizzando un video musicale. Quel giorno, trecento ragazzi si ritrovarono in via Micene per partecipare al videclip, sfidando le restrizioni anti-contagi in piena pandemia e lanciando sassi e assi di legno contro la polizia in piazzale Selinunte.

Le accuse, a vario titolo, sono di manifestazione non autorizzata e resistenza a pubblico ufficiale. Neima Ezza, davanti al gup, ha chiesto la messa alla prova, mentre Baby Gang, difeso dal legale Niccolò Vecchioni, ha scelto il rito abbreviato. L’udienza è stata rinviata a settembre. Baby Gang era tornato in carcere perché, hanno scritto i giudici, mentre era ai domiciliari con braccialetto elettronico (ha due condanne in primo grado per rapina e altri reati) avrebbe "comunicato con un numero indeterminato di soggetti, pubblicando fotografie su Instagram" nelle quali "viene ritratto mentre impugna una pistola che punta verso l’obiettivo". Ha fatto ricorso al Riesame per chiedere di tornare ai domiciliari.