Il taglio ai trasporti: 25 milioni in 11 anni

Portesta dell’assessore Censi: situazione insostenibile. La replica della Terzi: Milano non rispetta i parametri

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di Giambattista Anastasio

Dai 287,5 milioni di euro del 2011 ai 262,5 milioni del 2022: nel giro di 11 anni i trasferimenti garantiti dal Governo e dalla Regione al trasporto pubblico milanese sono calati di 25 milioni. Nonostante questo, però, Milano ha continuato ad estendere la rete della metropolitana: dai prolungamenti della M2 e della M3 nel 2011, in direzione Assago e Comasina, fino all’inaugurazione, solo pochi giorni fa, della prima tratta della M4. Chilometri di corse in più che fanno inevitabilmante schizzare verso l’alto i costi del trasporto pubblico, senza contare la congiuntura attuale, assai critica: passeggeri calati del 23% rispetto al periodo pre-Covid e costo dell’energia quadruplicato. Numeri – quelli appena citati – non nuovi, questioni già esposte da mesi. Ma la previsione per il 2023 è che ai trasporti milanesi sia girato ancora meno: 261,5 milioni. Nel 2024 si scenderà a 260,3. E, complice pure il mancato adeguamento delle tariffe nei 2 anni di Covid, pare inevitabile l’aumento del biglietto Atm: da 2 a 2,20 euro. Un provvedimento impopolare, che potrebbe essere rinviato fino a marzo, dopo le elezioni Regionali. Da qui, dalla necessità del ritocco, la scelta dell’assessore comunale Arianna Censi di pubblicare su Facebook i dati di cui sopra: "C’è un profondo squilibrio tra la qualità e quantità dei servizi offerti da Milano e i contributi del fondo nazionale trasporti distribuiti imparzialmente dalla Regione. Non possiamo più andare avanti così. Governo e Regione facciano il loro dovere per sostenere Milano". Pronta la replica di Claudia Terzi, assessore regionale ai Trasporti: "Nessuna penalizzazione: il Comune di Milano non rispetta i criteri di efficienza previsti dalla delibera del 2020 sui costi standard. Nonostante questo l’Agenzia Tpl di Milano riceve annualmente più di 415 milioni sui 624 milioni disponibili per l’intera regione, di cui oltre la metà entra nelle casse di Milano".

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