REDAZIONE MILANO

"Il quarto binario si mangerà casa mia"

La storia di Oriana che sei mesi fa ha acquistato una “torretta” che nella Seconda Guerra Mondiale era la Casa del Fascio

"Ho acquistato questa casa a luglio 2020, l’agenzia immobiliare non mi ha mai informato che c’era un progetto di potenziamento della linea ferroviaria ne tantomeno dei danni che avrei subìto. Sono arrabbiata perché ho investito tutti i miei risparmi, volevo ristrutturare il pianoterra e comprare anche il primo piano, invece scopro che la casa sarà demolita".

È la storia di Oriana Imelda Chionazzi, una delle espropriate dal progetto del quarto binario a Vanzago. Siamo in via Corridoni al civico 3, un vecchio cortile che confina e convive da sempre con la ferrovia. Qui il rumore del passaggio dei treni è diventata un’abitudine, "basta farci l’orecchio", commenta un residente. Ma quello che potrebbe succedere con la realizzazione dei nuovi binari preoccupa tutti. "Io vivo qui da 43 anni, ho sempre avuto la vista sulla ferrovia, ma ora mi troverò con una barriera fonoassorbente alta dieci metri vicino casa", spiega Nadia Lombardi.

Da anni Nadia fa parte del Comitato Rho Parabiago, un gruppo di cittadini contrario al progetto e che, a suon di carte bollate, è riuscito a bloccare l’iter. Per Oriana, invece, si tratta davvero di una beffa. Viveva a Milano, il suo sogno è sempre stato di abitare nell’hinterland, in una casa con uno spazio all’aperto anche per i suoi gatti. Quando ha visto la vecchia corte in fondo alla via Corridoni si è innamorata subito di quella “torretta” che nella Seconda Guerra Mondiale era la Casa del Fascio. E così non ci ha pensato due volte. "La casa era in vendita perché il vecchio proprietario era morto, ho sempre trattato con l’agenzia immobiliare, i locali sono da ristrutturare, lo avrei fatto poco alla volta. Qualche settimana fa la brutta sorpresa, ho saputo del progetto del quarto binario e scoperto che la casa sarà abbattuta. Ho già avuto un incontro con Italferr per avere altre informazioni, mi è stato detto che deve uscire un ingegnere per vedere nel dettaglio la situazione e che fino a quando non ci sarà il progetto dettagliato non possono dirmi cosa succederà, è assurdo - continua l’espropriata -. Io non voglio andare via di qui, ma nemmeno avere un muro alto dieci metri davanti casa".

Ro.Ramp.