SIMONA BALLATORE
Cronaca

Il piano strategico. Etica in tutti i corsi 500 posti studio in più e 150 nuovi ricercatori

"Rigore scientifico e creatività": così il Politecnico guarda già al 2025. Tra gli obiettivi, formazione continua e più docenti internazionali. Spazi stretti ma il campus Goccia porterà 50mila metri quadri in più.

Il piano strategico. Etica in tutti i corsi 500 posti studio in più e 150 nuovi ricercatori

Il piano strategico. Etica in tutti i corsi 500 posti studio in più e 150 nuovi ricercatori

Spazi da raddoppiare, con la creazione di 500 posti studio e i lavori per il campus Bovisa-Goccia che darà più margini di manovra, aggiungendo 50mila metri quadri tra verde e laboratori; 150 nuovi ricercatori, più scambi internazionali - anche per i docenti - e si punta sulla formazione continua. Isabella Nova, vicerettrice per l’Attuazione del Piano Strategico, delinea così le sfide del Politecnico di Milano, di qui al 2025.

Le linee guida?

"Il rigore scientifico è nella nostra storia, lunga 160 anni, come la creatività, che è alla base della ricerca di soluzioni innovative. Al nostro piano strategico molto “tecnico“, che detta le linee guida per il 2023-2025, aggiungiamo più etica e saperi umanistici, incardinati in tutti i corsi di studio, sempre più transdisciplinari. Una visione che si completa con il primo Piano strategico di sostenibilità, con la messa a punto obiettivi più chiari sul fronte dell’inclusione".

L’obiettivo?

"Incidere in maniera più significativa sul progresso sociale e culturale del Paese. Sappiamo che non dipende esclusivamente da noi, ma in un periodo di crisi della fiducia nelle istituzioni l’università deve avere un ruolo nevralgico e credo debba essere ascoltata di più".

I vostri punti di forza?

"La reputazione internazionale: il Politecnico di Milano è nella rosa ristretta delle venti migliori università al mondo nei tre ambiti di studio e di ricerca, decimo in architettura, ottavo in design, 18esimo in ingegneria secondo il Qs World University Ranking 2023. La qualità della formazione e della ricerca sono riconosciute. Abbiamo una solidità economico-finanziaria che ci permette di continuare a fare investimenti e di garantire il diritto allo studio a tutti gli aventi diritto. E c’è un senso di appartenenza alla comunità, che andremo a rafforzare nei prossimi anni".

Debolezze?

"Oggi direi innanzitutto spazi fisici limitati e ancora poco sostenibili, anche se con il progetto al Campus Goccia, disegnato dal nostro alumnus Renzo Piano, daremo risposte concrete: sarà per noi un laboratorio di innovazione. E stiamo riorganizzando e rifunzionalizzando gli uffici, anche nel Campus Leonardo, rendendoli più flessibili e meno energivori, creando spazi di co-working, ottimizzandone l’uso e i consumi. Un’altra debolezza sulla quale lavorare è l’internazionalizzazione del personale docente, che è ancora ridotta in un quadro in cui invece aumentano gli studenti stranieri (oggi 8.200 su 48mila). Puntiamo ad aumentare la mobilità dei professori e ad attrarre docenti dall’estero, investiremo nelle collaborazioni con visiting professor".

Le minacce?

"Penso ai rischi per la delicata situazione geopolitica e alla cronica limitatezza delle risorse disponibili rispetto ai principali atenei internazionali. La competizione, da questo punto di vista, è impari. Ma ripartiamo da qui per cogliere nuove sfide".

Preoccupano la crescita esponenziale delle università telematiche e il calo demografico?

"Sicuramente sono fattori da tenere in considerazione nei prossimi anni. Alla prima rispondiamo puntando, con forza, sulla presenza. Migliorando gli spazi, rendendoli più flessibili, intervenendo sulla didattica, rendendola innovativa e interattiva. Non dimentichiamo poi lo sport, così come i servizi di supporto e di benessere psicologico. La risposta è il campus come esperienza di vita e di socializzazione. Il calo demografico ancora non si è fatto sentire all’università, ma nei prossimi anni riguarderà da vicino anche gli atenei, che sono sempre più competitivi. Guardiamo agli studenti internazionali, ma anche a percorsi di formazione continua, che sono sempre più richiesti in una società in cui le professioni cambiano velocemente, e che potenzieremo".