RICCARDO
Cronaca

Il pessimismo più tetro non risolverà i problemi degli italiani

L'italiano Riccardo Riccardi critica la classe dirigente incompetente e corrotta, l'oppressione dello Stato e la diffusione di fake news. Invita a tornare all'onestà intellettuale e alla pratica dell'etica per combattere l'ottimismo di facciata.

Riccardi

L’italiano per sua natura è positivamente allegro. Si cerca di condurlo verso la cupezza del pessimismo più tetro. Il Paese irrecuperabile non induce alla fiducia con una classe dirigente incompetente, inadeguata e corrotta. L’apparato pubblico tende ad opprimere. Lo Stato è nemico del cittadino suddito di autorità “assolutiste”. Siamo tutti non presunti innocenti. Ma colpevoli che, in libertà provvisoria, la stanno facendo franca. Inoltre abbiamo poco senso dello Stato costretto, anche a causa di una vergognosa evasione, a tassare pesantemente il cittadino probo, spolpandolo fino all’osso.

Quanto abbiamo, poco esaustivamente, elencato lo si legge quotidianamente sulla stampa. E oggetto di chiacchiere salottiere. Si pontifica su tutto con gossip ritenuti verità assolute. C’è l’esaltazione dello aggettivo che, in politica e non solo, viene quotidianamente utilizzato apoditticamente. Così è e non si discute. Senza spiegare il perché.

Vince il sentito dire, la fake notizia, la distorta interpretazione di frasi che, se lette compiutamente, avrebbero un senso differente. Si aggiunga, è un dato di fatto, la continua invasione di campo di corporazioni drogate da un potere dotato di irresponsabilità mai legalmente concessa ma esercitata.

Lo slogan “guai ai vinti”, verso nemici morti e sepolti da tempo, è la bandiera. Ci fermiamo. Non avremmo spazio e diventeremmo noiosi. Vogliamo sgolarci per cantare a voce alta l’inno dello ottimismo. Non quello di maniera o del volteriano Candide, ma quello dello esercizio della ragione che combatte. Non si arrende. Bisogna tornare all’onestà intellettuale. All’applicazione dei fatti e, non solo a parole, della pratica della etica. Poco usata da intellettualoidi presuntuosi convinti di essere padroni del verbo. Oltretutto anche sbagliato quando si cimentano “nella lingua Patria”. Poco masticata.