Il fuggi-fuggi nel post Covid "Ora sostegno e turni umani"

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"La pandemia è stata drammatica, ha cambiato il modo di approcciarsi alla nostra professione e ha spinto molti infermieri in burnout a cambiare strada o ad andare in pensione alla prima finestra: questa la premessa". Monica Cadei è coordinatore infermieristico dell’azienda pubblica Cremona Solidale, 365 posti letto in tre palazzine.

Mancano gli infermieri: effetto Covid?

"È evidente in quasi tutte le strutture sanitarie. Solo chi ha vissuto la situazione può capire. Io l’ho vissuta da paziente e da operatore. Il lockdown, poi, ha favorito la percezione di questa professione come encomiabile ma faticosa. Lo si è visto nelle iscrizioni alle università, che adesso devono riuscire a intercettare persone ancora più motivate. C’è chi faceva questo lavoro e ha cambiato vita. Altri hanno preferito la libera professione".

Come vi siete mossi per far fronte a questa carenza?

"Dovendo garantire l’assistenza, abbiamo inserito più figure di supporto agli infermieri, come gli operatori socioassistenziali e sociosanitari. È cambiato il ruolo dell’infermiere, chiamato a realizzare la regia dell’assistenza: ha una funzione gestionale e organizzativa, è responsabile dell’assistenza, ma l’assistenza di base è affidata a figure di supporto, che sono i suoi occhi e le sue braccia. Oggi abbiamo un infermiere ogni 40 pazienti, in emergenza ce n’era uno ogni 60; ogni infermiere è affiancato da 45 figure di supporto".

Il 62% nel 2022 ha lasciato le Rsa per strutture ospedaliere o servizi sul territorio. Perché?

"C’è un tema contrattuale. Noi, essendo azienda pubblica, siamo fortunati e attraiamo infermieri dal privato, dove ci sono ancora contratti penalizzanti. Le Rsa però risultano ancora meno attrattive degli ospedali. Sta a noi cercare di fare in modo che il personale resti. Abbiamo esternalizzato per esempio le notti a una società esterna. Teniamo gli infermieri di giorno. C’è un aspetto in cui credo e che emerge nello studio di Bocconi: la creazione di un clima di benessere positivo. Andare incontro alla conciliazione dei tempi, per quanto possibile, con la turnistica, può evitare il fuggi-fuggi. La carenza di personale anche negli ospedali, con turni meno appetibili, ha spinto poi qualcuno a fare la scelta contraria: dall’ospedale all’Rsa, per lavorare con pazienti fragili, cronici, anziani".Si.Ba.

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