
Il Tribunale: colpevoli di peculato solo due agenti, altri quattro assolti. Verbali falsi dopo la perquisizione per nascondere parte del denaro sequestrato.
Milano – Il caso era emerso dopo un video trasmesso la sera del 29 ottobre 2020 dal programma televisivo “Le Iene“: riprese, dalla telecamera installata da uno degli inquilini, di una perquisizione in un appartamento in zona San Cristoforo con sequestro di droga e denaro contante. Il sospetto che agenti della polizia locale si fossero appropriati di denaro di proprietà delle persone perquisite "redigendo poi falsi verbali al fine di poter trattenere per sé il denaro che avevano rinvenuto". Da lì era nata un’indagine della Squadra mobile, coordinata dal pm Elio Ramondini, che nell’aprile 2021 aveva portato agli arresti domiciliari quattro ghisa del Nucleo antispaccio, che il Comune aveva anche trasferito in altri uffici.
Il processo di primo grado si è concluso con la condanna di due agenti della polizia locale, Sebastiano Di Paolo e Maurizio Regazzola, a quattro anni di reclusione per peculato. Sono state riconosciute le attenuanti generiche, ed è stata disposta l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Il Tribunale di Milano ha ordinato anche la confisca di 3.330 euro, cioè la somma di denaro che avrebbero intascato durante la perquisizione, redigendo un falso verbale per nascondere ai superiori l’ammontare esatto del denaro rinvenuto durante il blitz. Sono stati condannati inoltre a risarcire il Comune di Milano, parte civile nel processo: complessivamente 2.078 euro per i "danni patrimoniali" e 10mila euro per i "danni non patrimoniali", a cui si aggiungono 5.700 euro per le spese legali. Altri quattro agenti, invece, sono stati assolti con formula piena. Il pm aveva chiesto per i sei imputati (un altro è morto nel corso del processo) pene fino a nove anni e mezzo di reclusione. Tra i legali degli assolti gli avvocati Gabriele Vitiello e Niccolò Vecchioni.
Tre erano gli episodi contestati nel procedimento e risalivano all’ottobre del 2020. Due sarebbero avvenuti nel palazzo popolare in via Gola 27, meglio noto come "il fortino dei pusher". Il terzo blitz, nell’appartamento in via Coppin, era stato filmato all’insaputa degli agenti e poi trasmesso in tv. In quell’occasione, il 7 ottobre 2020, i ghisa avevano suonato al citofono presentandosi come personale MM e poi, una volta entrati in casa, si erano qualificati. Nell’abitazione c’erano un ventenne e il compagno della madre del giovane. Gli investigatori, durante la perquisizione, hanno trovato 267,1 grammi di marijuana, 5,36 di cocaina, 6,8 di hashish. E poi denaro contante nascosto in una cassetta di sicurezza blu e in un portafogli, possibile provento delle attività di spaccio. Nel verbale hanno dichiarato di aver sequestrato 9.740 euro, quando invece avrebbero effettivamente rinvenuto 13.070 euro. La differenza, quei 3.330 euro di cui il Tribunale ha ordinato la confisca, sarebbero finiti nelle tasche dei due ghisa condannati.