LAURA LANA
Cronaca

I 105 anni della Camera del Lavoro: "Da qui è passata la storia del ’900"

Una mostra e un libro ripercorrono il secolo breve di Sesto San Giovanni tra lotte e conquiste

Una mostra e un libro ripercorrono il secolo breve di Sesto San Giovanni tra lotte e conquiste

Una mostra e un libro ripercorrono il secolo breve di Sesto San Giovanni tra lotte e conquiste

"Una resistente catena umana dove tanti si sono avvicendati". Così il segretario Franco Fedele definisce la Camera del Lavoro di Sesto San Giovanni all’alba del suo 105esimo anniversario. "Ha scandito la storia italiana del ‘900 e anche gli anni di oggi". E lo ha fatto ancora prima della sua nascita, quando nel 1904 apre il circolo socialista Avvenire e l’anno dopo quello cattolico San Clemente.

"Già dalla fine dell‘800 tante vicende sono prologo dell’inaugurazione della Camera del Lavoro di Sesto: al centro ci sono lotte proletarie, dure e sanguinose, scioperi spontanei, rivendicazioni contro le inumane condizioni di lavoro. La grande industria si insedia proprio in quegli anni e determina un grande flusso migratorio. Al boom della siderurgia si contrappone la crisi del tessile con la chiusura di quasi tutte le filande. In questa fase si sviluppano le Camere del Lavoro con una classe determinata a essere in prima fila nello sviluppo".

Inizia così il secolo breve della Stalingrado d’Italia. Quella delle tute blu, delle sirene che scandiscono ore e turni, dei grappini pronti sul bancone del circolo Progresso per i falcketti che arrivano all’alba, dei cieli rossi e delle biciclette fuori dai cancelli. “All’ombra delle fabbriche. I 105 anni della Camera del Lavoro di Sesto San Giovanni” è la mostra realizzata per questo anniversario, insieme al volume documentale “1919-2024 la Camera del lavoro di Sesto San Giovanni” a cura di Debora Migliucci. "Una storia mai scritta prima, frutto di tanta ricerca e attenzione in un percorso corale. Otto pannelli raccontano le vicende della Camera del Lavoro, ma anche della città, con foto, video storici e interviste ai protagonisti dal Dopoguerra a oggi che si ritrovano anche nel libro. L’idea non è solo di ricordare e fare memoria, ma di sottolineare che il senso della storia ci rende meno soli. Siamo consci di essere parte di un percorso comune, iniziato da tanti prima di noi e che speriamo continui con tanti altri anche dopo di noi".

Da Gianluigi Asti, segretario nel 1973 che occupa Palazzo Marino per risolvere la crisi di un’azienda di trasporto, ad Angelo Zaninello, che sopraggiunge nel 1988 al rientro dell’esperienza veneta. "Arrivai nel momento dei guai – racconta –: ristrutturazioni e chiusure di fabbriche importanti come la Falck e la Breda Fucine. C’era un dibattito con due visioni che si confrontavano: una possibilista e una che voleva una risposta frontale. Si cercava di inventare soluzioni nuove, ma la fine era inarrestabile. Poi ci fu anche la crisi della Magneti Marelli. All’epoca non mi dissero che avrei fatto il responsabile della Camera di Sesto, altrimenti ci avrei pensato molto!". Inizia la grande dismissione che cambia radicalmente anche il lavoro del sindacato sestese. "Dal 1985 la zona si trasformò molto in 15 anni – ricorda Antimo De Col, coordinatore zona in quegli anni –. Le grandi fabbriche non c’erano più e c’era da gestire il post industrializzazione con le trasformazioni legate al recupero delle aree, a partire dalle bonifiche delle Falck. Quella Falck in cui feci la prima assemblea nel 1985 al Vulcano. Quando tornai a Sesto, quella fabbrica non c’era più e si stava costruendo il centro commerciale. In quei 5 anni con Antonio Pizzinato e gli esposti all’amianto organizzammo una grande battaglia e manifestazione a Roma davanti al Senato e poi con la Cgil nazionale la conferenza non governativa di Monfalcone".

Claudio Carotti arriva nel 2016 e resta fino al 2023. "Il cambio di sede da quella storica è stato un passaggio complicato. Si diventa una famiglia nelle Camere territoriali. Siamo stati coinvolti nella battaglia fortissima sulla moschea. Con le Acli e altre associazioni abbiamo creato la Sesto dei Popoli e iniziative per spiegare perché non si doveva avere paura, per portare reciproca conoscenza e scacciare via dubbi infondati".

La Camera esce dalla fabbrica ed entra in città. Ed è questo il futuro per Luca Stanzione, segretario generale di Milano. "Mai come oggi bisogna pensare che l’organizzazione sindacale si fa carico della rappresentanza dei bisogni fuori dai posti di lavoro, per dare senso e qualità a una democrazia che altrimenti ci spoglia della cittadinanza. Sesto San Giovanni è il ‘900. Da qui è passata la storia di un secolo e dobbiamo farci passare la storia del prossimo".