Droga, violenze sessuali e lesioni: "Processate Genovese"

La procura vuole il rinvio a giudizio dell’imprenditore per due casi di stupro, accusata in concorso anche l’ex fidanzata

Alberto Genovese

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Violenza sessuale aggravata, detenzione, cessione di stupefacenti e lesioni. Per questi reati è stato chiesto il rinvio a giudizio di Alberto Genovese, il quarantenne milionario imprenditore del web accusato aver stuprato per venti ore una 18enne legata al letto nel suo attico di lusso a Milano, con vista Duomo. Lo stupro e le violenze si consumarono la notte del 10 ottobre di un anno fa a “terrazza Sentimento”, così era stato ribattezzato l’appartamento che ospitava le feste a base di alcol e droghe da 400 euro al grammo servite su vassoi d’argento. Non solo Milano: l’ex bocconiano con il fiuto per gli affari è accusato dalla procura anche di aver stuprato una 23enne a Ibiza, il 10 luglio del 2020, sempre dopo averla resa incosciente con un mix di droghe, tra cui cocaina e ketamina. Chiesto il processo anche per la ex fidanzata del manager che aveva assistito alle violenze e non aveva fatto nulla per aiutare le vittime, nè per fermare Genovese: l’episodio che le viene contestato è quello di Ibiza e risponderà per concorso negli abusi.

Dopo la chiusura a luglio dell’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella, dai pm Rosaria Stagnaro e Paolo Filippini e condotta dalla Squadra mobile, l’ex mago delle start up digitali, difeso dai legali Luigi Isolabella e Davide Ferrari, è stato interrogato l’8 ottobre. Cinque ore in cui con lucidità ha sostenuto, come già in altri interrogatori in fase di indagini, di avere agito sotto l’effetto di droga, di cui era "schiavo". "Eravamo tutti drogati – ha detto – alle feste facevamo cose da drogati e cercavamo il sesso estremo sotto l’effetto delle droghe. Quella anormalità era il mondo che accomunava tutti noi. Non ho mai percepito particolare dissenso da parte delle giovani, che erano altrettanto alterate per via della ketamina". L’imprenditore, che da fine luglio si trova ai domiciliari in una struttura in provincia di Varese per disintossicarsi dalla cocaina, era finito in carcere il 6 novembre dell’anno scorso. Davanti al gup , dopo che il giudice avrà fissato l’udienza preliminare, Genovese potrebbe anche scegliere di essere giudicato in abbreviato, rito a porte chiuse che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. La procura ha stralciato, invece, in vista di un probabile richiesta di archiviazione le contestazioni su presunti abusi denunciati da altre due ragazze, per le quali il gip Tommaso Perna, non ritenendo credibili le loro versioni, aveva negato l’arresto chiesto dai pm. Di recente Genovese, in un filone finanziario della inchiesta coordinato dal sostituto Paolo Filippini, ha subìto anche un sequestro da 4,3 milioni per reati fiscali.

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