Milano, genitori in protesta contro le chiusure: "Non toccateci le scuole"

Famiglie di via Spiga e Cima in piazza. Da settembre stop anche al nido di via Palletta e a cinque micronidi: servizi riorganizzati. Sit-in a Palazzo Marino

La battaglia dei genitori davanti a Palazzo Marino durante il Consiglio comunale

La battaglia dei genitori davanti a Palazzo Marino durante il Consiglio comunale

Milano - "Giù le mani dall’asilo di via Spiga". "Scuola Cima non si tocca". Scendono in piazza i genitori, dopo la raccolta firme e i cartelloni spuntati davanti alle due scuole dell’infanzia, che da settembre chiuderanno i battenti, insieme al nido di via Palletta e a cinque micronidi in appalto: Bottego nel Municipio 2, Pini nel Municipio 3, Anemoni nel Municipio 6, Ricciarelli nel Municipio 7 e Bonomi nel Municipio 9.

Storie diverse alle spalle, un comune destino: in via della Spiga sono 32 gli iscritti al momento, di cui 24 in età di conferma, gli altri andranno alle primarie. Negli ultimi dieci anni il calo di iscritti era stato costante, fino alla conferma di due sezioni da 50 bimbi. E non erano arrivate richieste di trasferimenti in corso d’anno. Situazione simile in via Cima, che oggi conta 37 iscritti di cui 19 piccolini e mezzani che chiedono di poter chiudere lì il loro percorso prima del salto alle elementari. Le due sezioni da 50 sono lontane. Da qui la "razionalizzazione" degli spazi. "Anche perché ci sono oltre 1.800 posti liberi in altre scuole materne comunali", fanno i conti da Palazzo Marino. 

Nei giorni scorsi è stata inviata una lettera ai genitori. "Hanno priorità di scelta sul trasferimento - spiegano dal Comune - c’è una finestra fino al 20 dicembre (oggi, ndr) per indicare la sede scelta". Salvo non abbia già liste d’attesa. Stesso margine di manovra è stato dato ai genitori del nido Palletta, che ha una storia tutta sua: la decisione della chiusura non è stata presa da Palazzo Marino, ma l’edificio è in affitto e non verrà rinnovato il contratto. In questo caso erano 60 i posti disponibili, 55 gli iscritti di cui 31 in età di conferma. I cinque micronidi erano invece in appalto e non raggiungevano i 10 iscritti ciascuno, ergo la riorganizzazione e il riassorbimento dei 50 posti nelle strutture comunali. Diversamente dalle scuole materne, ci sono liste d’attesa lunghe per i nidi: 1.144 in graduatoria non si sono mai visti assegnare un posto; 137 i posti liberi tra nido e sezioni primavera. Ieri le famiglie di via Spiga e via Cima - con i bambini al seguito - si sono date appuntamento ai piedi di Palazzo Marino, in concomitanza del Consiglio comunale. Fiaccole alle mani, hanno ribadito la loro contrarietà e sono state ricevute dalla vicesindaco e assessore all’Educazione Anna Scavuzzo.

«Penso sia assurdo che alle famiglie sia concesso così poco tempo per organizzare il trasferimento - interviene Paola Frassinetti, sottosegretario al Ministero dell’Istruzione –. Mi attiverò affinché possa essere trovata una soluzione di buon senso per garantire una serena prospettiva a questi bambini e ai loro genitori". Il centrodestra ha chiesto l’interruzione dei lavori per ricevere le famiglie. "Si è deciso di dare più tempo per scegliere l’alternativa - spiega Riccardo Truppo, capogruppo di FdI in Comune -. Ma il punto politico rimane: il sistema della terna delle scelte nelle iscrizioni non funziona, non fa incontrare domanda e offerta. E si contraddice l’ordine del giorno votato all’unanimità una decina di giorni fa di aumentare del 5% la ricettività dei nidi e delle scuole dell’infanzia". La protesta continua. "Ci hanno garantito che le sezioni non saranno smembrate e che una educatrice potrà seguirci nella nuova scuola che verrà individuata - spiegano da via della Spiga -. Noi speriamo ancora in una soluzione per salvare e potenziare la scuola, anche con l’aggiunta di una sezione primavera di cui si avverte il bisogno nella zona".

 

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