Galleria, 'Duomo 21’ firma l’intesa. E si accolla i 110mila euro di debito del 7 Stars

Il ristorante già presente nel Salotto resterà nel terrazzo fino al 2031: pagherà un affitto di 372mila euro all’anno e salderà la morosità altrui

Galleria di Milano

Galleria di Milano

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano

Milano, 3 febbraio 2021 - C’è chi resiste, investe e si accolla anche debiti altrui. In Galleria Vittorio Emanuele una serie di negozi, anche alcune botteghe storiche, restano in bilico tra il restare e il lasciare il Salotto a causa degli alti affitti e gli scarsi affari in tempi di emergenza coronavirus, ma il bar-ristorante “Duomo 21’’, con terrazza affacciata sul sagrato, va in controtendenza. Sì, perché ha appena firmato una convenzione con il Comune – proprietario della Galleria – con cui si assume l’impegno di pagare 372.128 mila euro all’anno fino al 12 novembre 2031 per 814 metri quadrati nei piani alti (primo e secondo) del Salotto dei milanesi. Uno spazio in parte modificato rispetto all’attuale collocazione di ’’Duomo 21’’ a causa del bando con cui la gioielleria Damiani (per il marchio Rolex) ha conquistato anche i piani alti dello spazio ex Stefanel, per ora ancora chiuso in attesa dell’apertura del nuovo concessionario.

Il particolare che colpisce di più, però, nella convenzione stipulata da Duomo 21 e Comune, è un altro. Il bar-ristorante, essendo subentrato nello spazio prima occupato da Neves srl (già Seven Stars Galleria, l’hotel a sette stelle nei piani alti della Galleria) dovrà corrispondere a Palazzo Marino anche la morosità accumulata dal precedente inquilino, cioè Neves srl: la bellezza di 110 mila euro. Insomma, per stipulare la convenzione, Duomo 21 ha dovuto fare un assegno di quell’importo al Comune, saldando un debito non suo. Evidentemente ne vale la pena, dal punto di vista economico, pur di restare ai piani alti del Salotto dei milanesi.

Un investimento sul futuro, negli stessi giorni in cui Il Giorno ha raccontato le difficoltà nel far quadrare i conti di alcuni negozi con vetrine affacciate in Galleria. Giovedì ha gettato la spugna il cravattificio Andrew’s Ties, svuotando il proprio locale e annunciando che abbandonerà definitivamente lo spazio. Il motivo è semplice: a fronte di un affitto annuo di 264 mila euro all’anno, gli affari nel 2020, a causa della crisi economica provocata dall’emergenza Covid, sono crollati di un milione di euro. Tanti, troppi, per poter pensare di recuperare in tempi brevi, anche perché l’emergenza non è finita, il centro storico resta semi-vuoto, la ripresa economica non è neanche cominciata e per vedere il ritorno dei turisti nel centro storico di Milano bisognerà aspettare altri due anni secondo alcune previsioni. Basta fare un giro in Galleria per capire che il Salotto dei milanesi vive uno dei suoi momenti più difficili. Gli spazi vuoti o non ancora riaperti saltano subito agli occhi.

Partiamo dal portico che si affaccia su piazza Duomo. Il negozio di abbigliamento Ruggeri è chiuso da qualche settimana, anche se le cause non sono direttamente imputabili dalla crisi, ma da questione di gestione interna. Dentro la Galleria, intanto, le vetrine ex Stefanel sono sbarrate, in attesa che subentri Damiani-Rolex. Lo spazio di Oxus, dall’altra parte, è vuoto e chiuso da mesi. Il cartello appeso sulla vetrina non lascia adito a dubbi: "Il negozio rimarrà chiuso". Punto. Nell’Ottagono le insegne di Versace sono ormai state rimosse e sono state montate quelle del nuovo inquilino, Dior.

Ma lo showroom del marchio francese di alta moda non ha ancora aperto. Eppure l’asta milionaria (cinque milioni di euro annui di affitto) con cui Dior ha “soffiato’’ lo spazio a Versace risale al 17 febbraio 2020, cioè quasi un anno fa, poco prima che scoppiasse l’emergenza pandemica. Visti i tempi di crisi, quindi, Dior se la sta prendendo comoda per aprire le vetrine nel Salotto. Stesso discorso vale per Armani nell’ex spazio Tim e per Fendi nell’ex spazio Armani: tutte vetrine ancora chiuse. E anche i ristoranti in Galleria, in primis il “Galleria’’ e “Il Salotto’’ ieri erano chiusi nonostante con la zona gialla potessero riaprire. Stessa scelta del bar Marino, di fianco alla sede del Comune. E la coltelleria Mejana, una delle botteghe storiche del Salotto, ha la saracinesca abbassata da giorni.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro