Milano – Francesca è in piedi con in mano un mazzo di rose bianche. Un “puntino“ tra le 15mila persone che ieri hanno riempito piazza Duomo per dare l’ultimo saluto a Silvio Berlusconi. "Ingenuamente – racconta – pensavo che venendo in piazza Duomo al mattino sarei riuscita a entrare in chiesa per depositarlo. E invece era già tutto blindato".
Così ha assistito alla celebrazione reggendo quei fiori, "che lascerò alla chiesa di San Satiro, in via Torino. Un segno d’affetto mio e di altri amici che con me hanno voluto portare questo omaggio simbolico".
Per lui ha solo parole d’affetto. "È stato un innovatore in ogni campo, oltre che un uomo generoso, che ha dato lavoro a decine di migliaia di persone. Di lui, i suoi dipendenti hanno sempre parlato bene".
Da ogni parte d’Italia
Attorno, le persone annuiscono. Fan che arrivano da ogni parte d’Italia: dalla Puglia, dalla Campania, dalla Toscana, solo per fare qualche esempio. In mezzo alla gente comune c’è anche chi è abituato a sentirsi invisibile e per una volta vuole essere parte dell’evento. Sentirsi protagonista come gli altri. "Io vivo in piazza Diaz", a un passo dal Duomo, interviene una donna. "Dormo lì, all’aperto. Sono una clochard e mi chiamo Betta". Qualcuno fa caso al suo abbigliamento sui generis: una maglia corta e infradito troppo piccole. Ma nessuno la fa sentire diversa. Guarda il maxi schermo, non si perde un minuto della diretta e intanto piange. In lacrime fino alla fine. "Berlusconi – dice – era una persona di cuore. Io non l’ho mai conosciuto ma so che ha aiutato tante persone che non avevano nulla".
Le lacrime della folla
Tanti, come lei, piangono. "Silvio ne ha passate tante, è stato in ospedale tante volte uscendone sempre vittorioso. Eravamo convinti che ce l’avrebbe fatta anche questa volta ma così non è stato", commenta Franca Filici, ragioniera, scagliandosi poi contro "chi ancora non ha rispetto, neppure dopo la sua morte: quelli che sono contrari al lutto nazionale sono solo invidiosi. Cos’hanno fatto, loro, per il Paese?".
Non sono mancati momenti di tensione quando in mezzo alla folla è spuntato un uomo che ha sventolato un contromanifesto ("Vergogna di Stato") indossando una maglietta con la scritta "Io non sono in lutto": si è dovuto allontanare quando dai berlusconiani sono piovuti insulti verso di lui. Un’altra signora, con la stessa maglietta, è stata invitata ad andarsene da altra gente in piazza per Silvio. Tra i cori, oltre a quelli degli ultrà, anche "chi non salta comunista è". E a riguardo non è mancata la risposta: "Quei cori – scrive in una nota Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare – ci ricordano che Silvio Berlusconi ha passato la vita a combattere la parte migliore di questo Paese e della sua storia, quella che ha pagato il prezzo più alto per conquistare la democrazia". La cerimonia ha comunque unito più anime, tutto il “popolo variegato“ di Berlusconi, dai pensionati ai giovanissimi, dagli ultrà alle casalinghe, dai sostenitori di Forza Italia a professionisti di vari settori.
Il popolo di Silvio
“Tutto quello che toccava, diventava oro", dice Adriano Salvemini, pensionato sessantacinquenne, ex progettista meccanico che rivela di tenere sul comodino solo la foto di Silvio Berlusconi. "Vent’anni fa, alla morte di Gianni Agnelli, a Torino non c’era stato tutto questo calore. Nessun bagno di folla paragonabile a questo che c’è oggi, per Silvio. Tutte queste persone sono la dimostrazione di quanto fosse amato".
Sotto il sole pure Eugenio Dall’Ova, di 82 anni. "Arrivo da Varese, sono venuto apposta per Silvio. Ho camminato dalla stazione di Cadorna fino in piazza Duomo, portandomi da bere e da mangiare. Di Silvio apprezzo soprattutto la sua umanità: è sempre stato generoso. E combattivo e sorridente nonostante le critiche che gli arrivavano da più parti". In piazza pure ragazzi e giovani.
"Io, trentenne, ho sempre votato per Berlusconi – rivela Jenny Lovallo –. Di lui mi colpiva soprattutto la sua umiltà, che non ha mai perso nonostante tutte le sue ricchezze. Oggi piango, sono commossa da tre giorni. Ma penso che lui sarebbe orgoglioso e anche compiaciuto, vedendoci. E questo pensiero mi fa sorridere".