
Maxi striscione della Curva Nord: sabato presidio statico dei tifosi fuori dallo stadio
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Milano - Tremila tifosi distribuiti nell’area di circa 15mila metri quadrati di piazzale dello Sport, di fronte all’ingresso dell’Ippodromo. Varchi d’ingresso e pre-filtraggio delle forze dell’ordine per identificare i presenti, così da averne le generalità nel caso succeda qualcosa. Divieto in tutta la zona di San Siro dalle 14 alle 22 di vendere alcolici (sia in forma fissa che ambulante) e in generale bevande da asporto in vetro o lattine (eccezion fatta per gli esercizi di ristorazione); la stessa prescrizione varrà anche per piazza San Babila, piazza Duomo, piazza Cordusio, largo Cairoli, largo Beltrami e Foro Bonaparte. Ecco lo schema messo in campo da Palazzo Diotti per consentire ai sostenitori dell’Inter di salutare la squadra campione d’Italia all’arrivo al Meazza per la partita contro la Sampdoria, in programma sabato alle 18.
Un’iniziativa lanciata dalla Curva Nord a poche ore dalla conquista matematica del diciannovesimo titolo italiano, ma che è subito diventata materia per i responsabili dell’ordine pubblico, per evitare che il raduno si trasformasse in un bis dei maxi assembramenti da 30mila persone andati in scena domenica tra il Duomo e il Castello Sforzesco. Così il prefetto Renato Saccone ha iniziato una vera e propria maratona di incontri con tutti gli attori in campo – prima e dopo la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di ieri mattina – per pianificare nei dettagli la gestione dell’iniziativa, in modo che si potesse svolgere nel rigoroso rispetto delle normative anti-contagi.
La "strategia", si legge nella nota diffusa a fine giornata da Palazzo Diotti, è stata "condivisa" con il sindaco Giuseppe Sala, con i vertici delle forze dell’ordine (il questore Giuseppe Petronzi e i comandanti provinciali di carabinieri e Guardia di finanza Iacopo Mannucci Benincasa e Stefano Cosimo De Braco) e con la dirigenza nerazzurra. "Con lo stesso intento – prosegue il comunicato – la Questura di Milano ha curato i rapporti con la tifoseria organizzata". La premessa: "L’8 maggio non ci sarà una “festa scudetto“, che invece sarà promossa dalla società Fc Internazionale quando le condizioni sanitarie e le norme lo consentiranno".
Sarà invece una "manifestazione di sostegno ai giocatori in prossimità dello stadio Meazza", per mostrare vicinanza ai neo scudettati in arrivo in pullman a San Siro per disputare il match contro i blucerchiati. "La tifoseria organizzata – si precisa – si è impegnata a osservare le disposizioni indicate dal questore e quelle previste dalle norme anti-Covid. Eventuali violazioni saranno rigorosamente sanzionate". Un passaggio tutt’altro che banale. Lo spazio messo a disposizione, il parcheggio che affaccia su viale Caprilli, sarà presidiato agli ingressi da polizia e carabinieri, che monitoreranno minuto dopo minuto il numero di persone che vi entreranno.
L’orario del match è confermato alle 18, considerato che la richiesta avanzata dal Viminale il 27 aprile è stata bocciata due giorni dopo la Lega Serie A. Ovviamente, l’impegno delle forze dell’ordine in zona San Siro non farà venir meno il presidio delle altre zone considerate più a rischio nei weekend: da piazza Duomo (dove varrà lo stesso divieto di alcol introdotto per la zona dello stadio) alla Darsena, dalle Colonne di San Lorenzo a corso Como, fino a Brera e all’Arco della Pace. Fin qui la soluzione individuata dalla Prefettura.
Ora passiamo al duro botta e risposta tra Comune e Regione. "La politica, anche la vita, è piena di grandi interpreti del “con il senno del poi“. Se ci fosse un campionato, penso che l’assessore Moratti potrebbe vincere il titolo", ha affermato il sindaco Sala, in risposta alla lettera con cui il giorno prima la numero due di Palazzo Lombardia aveva suggerito a corso Monforte e Palazzo Marino di sentire il Comitato tecnico scientifico in vista di eventuali feste scudetto, non risparmiando critiche sulla gestione della piazza. Non si è fatta attendere la controreplica di Moratti: "Invito il sindaco Sala ad attivarsi con urgenza in vista di preoccupanti eventi pubblici imminenti, dopo l’abbandono della città a uno stato di anarchia come accaduto domenica scorsa".
E ancora: "La mia – ha aggiunto l’assessore regionale al Welfare – non è stata una riflessione amara sul passato recente, bensì la constatazione di un’evidente irresponsabilità dell’amministrazione comunale che i cittadini milanesi rischiano di pagare a caro prezzo. Desidero vincere il campionato delle riaperture in sicurezza dei commercianti e delle attività laboriose di Milano e della Lombardia, senza giocare ulteriormente con i sacrifici e le tante vittime che già ci sono purtroppo state".