Fase 2 e dentisti, il protocollo per ripartire in sicurezza

Enrico Gherlone, primario di Odontoiatria e rettore dell’Università Vita-Salute del San Raffaele, ha coordinato il tavolo ministeriale

Enrico Gherlone

Enrico Gherlone

Milano, 7 maggio 2020 - Nella sua doppia veste di rettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele e di primario dell’Unità di Odontoiatria dell’ospedale, il professor Enrico Gherlone spiega al Giorno come si riorganizzerà l’Ateneo e anche quali sono le "indicazioni operative" per le attività odontoiatriche durante la fase 2, definite al tavolo tecnico ministeriale che lui stesso ha coordinato.

Come ha vissuto il periodo di emergenza?

"All’inizio con grande apprensione ma anche determinazione nel superarlo, sperando che i tempi fossero brevi. Poi ho preso consapevolezza della gravità della situazione, pensando a chi soffriva in ospedale e ai miei studenti, che arrivano da ogni parte d’Italia (comprese le province più colpite dalla pandemia)".

Cosa è stato deciso al tavolo sulle attività odontoiatriche?

"Il tavolo, istituito al ministero della Salute e da me coordinato, ha avuto in primis l’obiettivo di formulare indicazioni operative per l’attività odontoiatrica nella fase 2. Il documento prodotto è stato inviato al viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, affinché concluda l’iter per la validazione finale. Hanno partecipato illustri rappresentanti della categoria e contribuito vari rappresentanti della filiera odontoiatrica ed esperti di virologia e medicina del lavoro".

Cosa prevede il documento?

"Indicazioni per la tutela di pazienti e operatori. Ricordo che le attività sono proseguite anche durante l’emergenza, per prestazioni urgenti e indifferibili. L’obiettivo è continuare a esercitare in tranquillità la professione, che prevede il contatto con il cavo orale dei pazienti. Gli studi potranno gestire le richieste riorganizzandosi, tenendo conto dei tempi che si dilatano, disponendo sempre l’uso dei dispositivi di protezione individuale, il distanziamento sociale, la sanificazione degli ambienti tra un paziente e l’altro e la gestione delle sale d’attesa".

Cos’è il protocollo Post?

"Un programma creato all’ospedale San Raffaele per contrastare il virus. Nasce da una formula ideata dal professor Alberto Zangrillo, primario di anestesia: prudenza, organizzazione, sorveglianza e tempestività. Sono stati identificati i soggetti a rischio che, se monitorati, potranno evitare le terapie intensive in caso di contagio. Questo protocollo deve essere applicato anche dall’Ateneo, per tutelare amministrativi, docenti e studenti".

Il periodo di “fermo obbligato” ha condizionato la qualità dell’insegnamento?

"No, è stata garantita per via telematica: dal 2 marzo sono state svolte 910 lezioni in diretta streaming e sono state rese disponibili 1.209 lezioni in formato video. Il futuro vedrà una metodologia ‘blended’, con una parte di lezioni frontali e una con l’ausilio delle tecnologie".

Com’è il rapporto con la politica?

"Certo un rapporto essenziale tra il Gruppo San Donato, il San Raffaele, Regione Lombardia e il Governo: c’è grande collaborazione. Noi siamo sì privati, ma convenzionati, quindi assimilabili al servizio pubblico. Sono orgoglioso di tutti i nostri operatori, ho visto in loro la consapevolezza della missione, lo spirito di sacrificio e la forza che trapelavano anche quando, esausti, stavano per crollare fisicamente".

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