Fabrizio Corona chiede la scarcerazione: "Ammessi i compensi in nero"

Per la difesa sarebbe ancora in tempo per versare le imposte e non rischiare l'accusa di evasione

Fabrizio Corona

Fabrizio Corona

Milano, 14 ottobre 2016 - La richiesta di scarcerazione, che Fabrizio Corona tramite i suo legali ha presentato al gip di Milano Paolo Guidi, è giunta stamattina. Secondo la difesa, infatti, nell'interrogatorio di ieri l'ex 'fotografo dei vip' ha ammesso i "compensi in nero" per le serate nei locali e ha parlato di due conti in Austria e, dunque, non sussistono più le esigenze cautelari. "I contanti trovati nel controsoffitto e quelli in Austria sono frutto del mio lavoro e di quello della società Atena e avevo intenzione di pagare le tasse", ha spiegato, in sostanza, l'ex agente fotografico al gip. Per la difesa sarebbe ancora in tempo per versare le imposte e non rischiare l'accusa di evasione. L'istanza di scarcerazione è stata depositata al gip anche da Francesca Persi, la collaboratrice di Corona arrestata.

I difensori di Corona, tra l'altro, all'inizio della prossima settimana dovrebbero depositare anche una richiesta di revoca della misura cautelare al Tribunale del Riesame di Milano. La difesa, infatti, fa notare che l'ex 're dei paparazzi' ha fatto tutto quello che doveva fare: ha detto di aver incassato per conto della società Atena compensi in nero per le sue serate in discoteche e locali notturni, ha ammesso di non aver pagato le tasse su quelle somme, ha parlato dei contanti in Austria rivelando, tra l'altro, che sono depositati su due conti e dando l'assenso alla rogatoria dei pm per il sequestro della somme. Per l'accusa tutto quel denaro (quasi tre milioni di euro, tra i contanti nascosti nel controsoffitto e quelli in Austria) Corona non poteva averlo, perché era in regime di affidamento e risultava formalmente solo un semplice collaboratore di Atena pagato con un fisso mensile. E proprio per eludere le "disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniale", secondo l'accusa, avrebbe usato Persi come 'testa di legno'. Un'imputazione questa che la difesa contesta, segnalando poi che, anche se lo si volesse accusare di evasione fiscale ("i termini per versare l'Iva sono ancora aperti", hanno spiegato i legali), solitamente "non è un reato da custodia cautelare".  

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