
La Montedison ai tempi in cui era attiva
Milano, 10 dicembre 2024 – Il Comune deve pagare quasi un milione a Risanamento spa alla pulizia dell’area ex Montedison di via Bovisasca 24. La condanna a versare quella cifra – che deve essere ancora quantificata con esattezza – risale al 2015, quando il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del Tar della Lombardia che ha dato ragione alla società che ha incorporato Milano Santa Giulia spa, originaria ricorrente nel contenzioso legale che ora ha vissuto una nuova tappa. A nove anni di distanza.
Ordinanze nel mirino
L’oggetto del contendere è rappresentato da una serie di ordinanze emesse da Palazzo Marino. La prima, del 6 marzo 2008, ha intimato alla società di ripulire la zona, di proprietà dell’amministrazione ma nella disponibilità di MSG spa per un atto di permuta datato 1993, di ripulire la zona occupata abusivamente dalle baracche di un gruppo di 750 nomadi, di avviare entro una settimana la disinfezione, derattizzazione e disinfestazione dell’area, di realizzare una recinzione e di predisporre un servizio di guardiania permanente.
Un mese dopo, è arrivato un altro provvedimento, che ha imposto l’asportazione dei rifiuti e l’adozione di “misure preclusive dell’accesso alle persone non autorizzate”. Infine, il 29 gennaio 2010 è stata notificata pure una diffida.
L’istanza dell’azienda
A quel punto, l’azienda ha fatto causa, chiedendo la condanna del Comune a restituire i costi sostenuti per l’esecuzione delle attività. Il 12 gennaio 2015, il Tar ha dato ragione a Milano Santa Giulia, riconoscendo “da un lato che l’amministrazione comunale non avrebbe potuto imporre lo svolgimento di attività di recupero e di risanamento ai privati non responsabili dell’inquinamento, esclusivamente in ragione della disponibilità in capo agli stessi del bene per effetto di rapporti contrattuali e dall’altro che nessuna responsabilità per l’inquinamento del sito avrebbe potuto essere attribuita alla ricorrente, nemmeno per culpa in vigilando derivante dall’obbligo di custodire l’area”.
Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello del Comune il 28 settembre 2015, rendendo definitivo il verdetto e il conseguente risarcimento. Peccato che gli sconfitti non abbiano mai dato seguito ai pronunciamenti concordi dei tribunali.
Il nuovo ricorso
Così il 5 febbraio 2024, la società si è rivolta nuovamente al Tar per chiedere l’ottemperanza delle sentenze, quantificando la cifra in 927.556,30 euro. L’amministrazione di piazza Scala, dal canto suo, ha avanzato l’ipotesi della prescrizione del risarcimento accordato (visto che sono passati più di cinque anni), invocando la fattispecie della cosiddetta “condanna generica”. Invece il collegio presieduto da Gabriele Nunziata ha stabilito che si tratta di un altro provvedimento, con scadenza decennale.
Di conseguenza, ha accolto il ricorso e nominato come commissario ad acta il rettore del Politecnico di Milano, che, sulla base della documentazione che gli verrà inviata, dovrà stabilire l’esatta cifra che Palazzo Marino dovrà versare nelle casse di Risanamento.