Ex Falck: stop all’inaugurazione, il cantiere slitta

Il ministero dell’Ambiente ha convocato una conferenza di servizi sulle bonifiche ai terreni di Rfi dove dovrà sorgere la nuova stazione

Migration

di Laura Lana

Da giorni si stava organizzando l’inaugurazione in pompa magna del cantiere sulle ex Falck. Cimolai, vincitrice dell’appalto per la realizzazione della stazione a ponte, doveva prendere in mano l’area il 2 maggio e dieci giorni dopo sarebbe avvenuta la presentazione pubblica con i vertici della proprietà (Milanosesto, Prelios, Hines), dell’amministrazione e i big nazionali come ospiti.

Pannelli informativi e tabelloni interattivi sarebbero dovuti spuntare a ridosso dello spazio di cantiere, ma anche in viale Italia, per illustrare la Sesto di domani. Tutto stoppato. Almeno per un mese, se non ci saranno altre complicazioni. Perché il ministero dell’Ambiente ha convocato una conferenza di servizi decisoria proprio sulle bonifiche relative ai terreni di Rfi, dove dovrà sorgere la nuova stazione. "Eventuale chiusura procedimento" recita l’ordine del giorno di 8 pagine, che convoca la riunione per il 27 maggio. Significa che, se tutto dovesse filare liscio, non si avrà un parere verbale prima di metà giugno e scritto ancora oltre. In piazza della Resistenza nessuno si aspettava che il ministero convocasse la conferenza dei servizi, pensando alla chiusura diretta - e positiva - dell’istruttoria. Eppure nel carteggio di marzo si ricordava che "al termine delle attività di rimozione dei rifiuti, come indicato nella nota tecnica di Arpa, si procederà alla verifica della conformità dei terreni o riporti posti a diretto contatto con i rifiuti stessi".

Gli uffici sono già in fibrillazione per il cronoprogramma dei lavori di un cantiere molto complesso che, quasi in contemporanea e sulla stessa area, vede lo scalo ferroviario, la Città della Salute e della Ricerca, il parcheggio, il prolungamento di via Acciaierie e il completamento del ring, oltre all’edilizia privata. Lo spostamento dell’avvio delle opere per la stazione si ripercuote con un effetto domino su tutti gli altri interventi. Sulla realizzazione delle fondamenta del posteggio interrato e dell’ospedale, necessarie poi per poter consentire ai camion il passaggio. L’accesso all’area è uno e bisognerà ora armonizzare nuovamente la programmazione complessiva. Mesi fa l’amministrazione aveva indicato giugno come dead line per la stazione. Un termine che, oggi, appare impossibile da rispettare. E che slitterà ulteriormente alla minima richiesta di integrazione e di documentazione aggiuntiva da parte del ministero. Già alla fine dell’anno da Roma si era puntato il dito contro la farraginosità della procedura e la poca unitarietà dell’iter di bonifica. Un percorso difficile e lungo quasi 8 anni solo per il comparto Unione. Per quanto riguarda lo scalo ferroviario, le indagini di caratterizzazione dei suoli e materiali di riporto erano state effettuate nel 2015 e due anni dopo era arrivata l’approvazione del progetto di risanamento. A maggio dello scorso anno era stata chiesta a Milanosesto un’integrazione progettuale rispetto alla verifica post rimozione di rifiuti e materiali di riporto non conformi, al piano di campionamento, ai rilievi topografici, approvando poi con prescrizione. Si arriva a questo inverno, con la richiesta del rilascio della certificazione di avvenuta bonifica e la relazione conclusiva di Arpa con i collaudi. L’ultima parola, tra un mese, al ministero dell’Ambiente.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro