È l’occasione per cambiare rotta sulla ricerca

Silvio

Garattini*

I problemi che oggi ha l’Italia sui

vaccini contro il Covid 19 e anche sui farmaci, dipendono anche dal nostro atteggiamento parassitario, perché da noi la ricerca è considerata una spesa e non un investimento. Abbiamo un’industria farmaceutica molto efficiente ma quanti sono i farmaci che in questi ultimi 20 anni sono stati inventati in Italia?

Neanche uno, che io sappia. Perché siamo parassiti di quello che ci portano gli altri.

Ogni euro investito in ricerca determina almeno nove euro in risultati a lunga scadenza.

Noi siamo il Paese che, fatte le proporzioni rispetto alla popolazione, ha la metà dei ricercatori della media europea. Quindi è per questo che tutte le industrie multinazionali hanno portato via i laboratori di ricerca dall’Italia. Perché non si può fare ricerca dove non ci sono ricercatori.

Per usare un solo topo in laboratorio, poi, bisogna aprire un questionario che ha almeno 50 voci, comunicare un piano dettagliatissimo di tutto quello che si fa su quel topo, redarre un documento comprensibile al pubblico perché il pubblico sappia che quel topo è utilizzato bene e passare attraverso il comitato etico del benessere animale, l’Istituto superiore di sanità, il ministero della salute. Bisogna pagare una tassa per ogni esperimento. E dopo sei mesi si può avere l’autorizzazione. Se non arriva e si fa ricorso ci vogliono altri tre mesi. Allora come si fa a collaborare con gli altri Paesi che invece, pur con i loro controlli, hanno tempi di risposta decenti?

* Fondatore e oggi Presidente dell’Istituto Mario Negri

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro