Ha trascorso quasi due anni in carcere, per l’esattezza 669 giorni, fino all’assoluzione con formula piena che ha aperto le porte della cella. Un egiziano di 24 anni ha ottenuto ora un risarcimento per ingiusta detenzione di oltre 157mila euro. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Milano, accogliendo l’istanza dei suoi legali, gli avvocati Marco Romagnoli e Debora Piazza. Sono pendenti, intanto, anche le richieste di risarcimenti, sempre per ingiusta detenzione per circa due anni, di altri quattro egiziani assolti.
Nel marzo del 2023, infatti, erano stati assolti in sette, con varie formule come il "fatto non sussiste" e per "non aver commesso il fatto", ed era arrivata, dopo la sentenza, anche l’immediata scarcerazione per tutti, mentre in primo grado c’erano state condanne fino a 7 anni. Erano accusati di sequestro di persona e lesioni a colpi di bastoni e catene ai danni di un loro connazionale. I giudici spiegano nella loro sentenza che "neppure l’essersi avvalso della facoltà di non rispondere in sede di interrogatorio" dopo l’arresto "può essere elevato a pregiudizio per il riconoscimento di quanto" richiesto dal giovane, ossia la "riparazione" dei danni.