Divieto di fumo all’aperto: boom di sigarette elettroniche usa e getta

Roberto Boffi, primario dell’Istituto Tumori, condivide la stretta: "La legge Sirchia è di vent’anni fa. Giusto che il Governo la aggiorni per tutelare dal fumo passivo soprattutto i più fragili"

Sigarette (foto d'archivio)

Sigarette (foto d'archivio)

Milano – Vietare in numerosi luoghi all’aperto le sigarette, comprese quelle elettroniche. La nuova stretta in arrivo trova sponda in Roberto Boffi, pneumologo, responsabile della Pneumologia dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano e autore (con Anna Villarini e Lorella Beretta) del nuovo libro "Smetti di fumare con gusto (senza ingrassare)" edito da Sperling & Kupfer.

Dottor Boffi, cosa pensa della proposta di vietare le sigarette di ogni tipo nei dehors, alle fermate dei bus, nei parchi, vicino a minori e donne gravide?

"Penso sia sacrosanto. La legge Sirchia dopo 20 anni ha bisogno di un aggiornamento anche perché le sigarette elettroniche allora non esistevano. È un modo anche per tutelare le persone, specie le più fragili, dal fumo passivo: uno studio appena pubblicato sul Journal of Epidemiology, coordinato da Silvano Gallus dell’Istituto Mario Negri e di cui sono co-autore, dimostra che anche l’esposizione al fumo passivo di almeno sei ore al giorno è correlata in maniera significativa con l’aumento della mortalità da Covid-19. C’è poi il tema di arginare la diffusione del tabacco fra gli adolescenti. Fra i ragazzi sta dilagando la moda preoccupante dei nuovi dispositivi elettronici monouso".

Di che si tratta?

"Sigarette elettroniche di dimensioni ridotte dai gusti fruttati: sono usa e getta, si acquistano facilmente online aggirando i divieti. Gli youtuber le pubblicizzano come se fossero un gioco ma non è così. Contengono sali di nicotina che, come ha dimostrato uno studio sul “New England Journal of Medicine“, generano 4 volte più dipendenza della nicotina rispetto alle sigarette tradizionali. Anche questi prodotti, dal gusto "caramelloso", sembrano ideati apposta per contribuire allo sdoganamento della nicotina che è una sostanza di per sé pericolosa".

C’è chi pensa di essere al riparo dai danni del fumo puntando sulle sigarette elettroniche. Ha ragione o no?

"La sigaretta tradizionale, contenendo decine di sostanze cancerogene in elevata concentrazione ed essendo responsabile dell’85% dei tumori al polmone, è verosimilmente più dannosa di quella elettronica ma quest’ultima non è innocua. Uno studio dell’università di Harvard, pubblicato su Chest, ha dimostrato che l’e-cig provoca un aumento dell’infiammazione e del broncospasmo a distanza di soli dieci minuti dall’uso. Inoltre libera nell’aria metalli pesanti che sono irritanti per le mucose: per questo molti asmatici non la sopportano. 4 fumatori di sigarette elettroniche su 5 sono poi consumatori duali, cioè continuano a fumare anche le classiche bionde. Il danno è doppio in questo caso. È più facile che vengano arteriosclerosi, infarto o ictus".

E che dire dei prodotti a tabacco riscaldato?

"A livello di tossicità sono a metà strada fra le sigarette tradizionali e quelle elettroniche, ma è vero che le sostanze tossiche e cancerogene sono in minore quantità rispetto alla sigaretta classica. Preciso però che studi sui danni a lungo termine per i prodotti alternativi alla sigaretta a combustione non esistono ancora". 

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